szlachta

sf. polacco (dall'ant. alto tedesco slahta). Il ceto nobiliare della Polonia, inferiore solo all'aristocratica classe dei grandi feudatari (magnati). La szlachta ha origini alquanto incerte: risale forse a stirpi antiche o anche a guerrieri invasori, premiati con terre secondo i servizi prestati. Tra il sec. XI e il XIV appare già formata e decisa a difendersi sia contro il re, sia contro le classi inferiori. I szlachcice (membri della szlachta) erano numerosi: quasi il 10% della popolazione. Erano tutti, o quasi, proprietari terrieri anche se non detenevano in esclusiva il possesso della terra; si consideravano d'altro sangue rispetto ai villani; combattevano l'autorità regia e la prepotenza dei magnati. Rappresentati nella Dieta generale che eleggeva il re e trattava molti affari dello stato, si ritenevano l'elemento base del medesimo. Fu la szlachta che condusse la Polonia a diventare una Repubblica nobiliare. La sua azione politica in favore della libertà a volte apparve legittima, a volte degenerò in anarchia (liberum veto). In ogni caso, il predominio di una szlachta egualitaria e tenace nella difesa delle sue prerogative fu una caratteristica fondamentale della storia polacca.

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