tùnica

Indice

Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino tuníca].

1) Indumento, comune nella sua semplicità a molti popoli antichi (Egiziani, Ebrei, Fenici ecc.), costituito da un taglio di stoffa rettangolare con aperture per le braccia e per la testa; presso i Greci fu detta chitone e come tale fu trasmessa ai Romani.

2) In botanica, strato esterno della porzione apicale del fusto, caratterizzato da uno o più strati di cellule a divisioni esclusivamente anticlinali. Ha la funzione di accrescere la superficie dell'organo interessato e dà origine essenzialmente ai tessuti protettivi. Detto anche della membrana avvolgente di alcuni bulbi, come la cipolla.

3) In anatomia, formazione, di solito di natura connettivale, caratterizzata da una struttura a strati concentrici che può costituire in tutto o in parte la parete di organi cavi o un rivestimento di altri visceri o formazioni: tunica albuginea, tunica delle arterie, tunica vaginale.

4) Rivestimento del corpo dei Tunicati, escluse le Appendicolarie. Costituito da tunicina, può essere spesso e di consistenza cartilaginea oppure sottile e fragile; è percorso da vasi ematici e può contenere elementi calcarei induriti simili a spicole.

Moda

Di lana o di lino, la tunica era portata a contatto diretto con il corpo, sia dagli uomini sia dalle donne, che vi sovrapponevano gli uni la toga, le altre la palla o la stola, mentre il popolo minuto portava la sola tunica. Poteva essere sciolta o stretta in vita dal cingulum, lunga fino al ginocchio o ai piedi, e se ne indossavano anche tre sovrapposte. In genere bianca, era ornata da una larga striscia purpurea per i senatori (laticlavia), da due strette per i cavalieri (augusticlavia), da un bordo di palmette d'oro per i generali vittoriosi e per l'imperatore (palmata). La tunica lunga fino ai piedi si affermò in seguito nel costume bizantino e nel sec. XIII entrò nell'uso ecclesiastico (vedi alba). Fu portata ancora nel Medioevo, come abito dei popolani, corta e in lana grezza, o dei nobili, lunga e in tessuto pregiato, e poi come indumento intimo. Il nome è rimasto a indicare ogni indumento di linea diritta e per estens. fu applicato durante il Direttorio agli abiti femminili ispirati all'antichità, nell'Ottocento a una giubba militare lunga fino al ginocchio e in epoca moderna a una sopravveste che ricopre in parte un altro indumento.

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