tautologìa

Indice

Lessico

Sf. [sec. XVIII; dal greco tautología, da tautó-, tauto- e -logía, -logia].

1) Nella logica classica, proposizione in cui sia il soggetto sia il predicato esprimono lo stesso concetto anche se in forma diversa.

2) In linguistica, espressione pleonastica in cui viene ripetuto lo stesso concetto con parole anche solo formalmente diverse: si può esemplificare con il toponimo Linguaglossa, comune in provincia di Catania, composto di lingua e di greco glôssa (lingua), e con usi sintattici abbastanza diffusi nella lingua parlata ma a volte anche in quella letteraria: “di questo se ne potrebbe dare infiniti esempli” (Machiavelli).

Filosofia

Nella logica contemporanea a iniziare da L. Wittgenstein (1921) il termine designa le espressioni universalmente valide della logica degli enunciati, vale a dire quelle espressioni che assumono sempre il valore V (vero) per ogni possibile attribuzione di valori di verità ai suoi componenti. Esempi di t. sono: “P∨P” (legge del terzo escluso), “¬(P∧¬P)” (legge di non contraddizione), “P↔¬¬P” (legge della doppia negazione). Poiché è possibile con il metodo delle tavole di verità verificare effettivamente se un'espressione enunciativa è una tautologia, è possibile mostrare che ogni teorema del calcolo degli enunciati è una tautologia così come è possibile mostrare che ogni tautologia è un teorema. Non è però possibile estendere la nozione di tautologia a livelli logici che richiedono quantificatori, in quanto viene meno la condizione di effettività nella sua determinazione. I seguenti teoremi “(P∧P)↔P” e “(P∧P)↔P” sono sovente detti leggi di tautologia.

Bibliografia

C. I. Lewis, A Survey of Symbolic Logic, New York, 1960; L. Wittgenstein, Tractatus Logico-philosophicus, Torino, 1964; E. Kant, Critica della ragion pura, Torino, 1967; L. Aqvist, Introduction to Deontic Logic and Theory of Normative System, Napoli, 1988.

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