tecnocrazìa

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sf. [sec. XX; tecno-+-crazia, sul modello dell'inglese technocracy]. Il crescente potere assunto dai tecnici e dagli specialisti, soprattutto durante la moderna fase dell'età industriale, nella vita sociale, economica e politica di un Paese, al punto da ridurre, o addirittura condizionare l'autonomia dei tradizionali organi di decisione, a livello centrale e periferico. Controverso e non risolto nel dibattito politico e culturale tuttora in corso rimane il problema dell'esistenza o meno di una specifica ideologia che faccia da supporto e da elemento giustificatore alla tecnocrazia. Comunque, forme esasperate di tecnocrazìa che tendono a confiscare ogni concreto esercizio della sovranità popolare possono preludere alla fine dei sistemi democratico-parlamentari e favorire l'instaurarsi di regimi oligarchici e dittatoriali. Storicamente, il termine tecnocrazìa è usato per indicare quel movimento, che risale agli anni tra il 1920 e il 1930, di economisti, tecnici e sociologi statunitensi diffusosi soprattutto negli anni successivi alla grave crisi del 1929 e apprezzato in modo particolare dall'amministrazione di F. D. Roosevelt. Nel 1921, W. H. Smith definiva l'appello alla tecnocrazìa una teoria di organizzazione sociale e industriale implicante “la riorganizzazione razionale e scientifica dell'energia e delle risorse nazionali, il coordinamento della democrazia industriale e della volontà popolare”. Nel 1931, lo stesso nome di technocracy è stato dato da H. Scott al gruppo di studio da lui organizzato sulla base di una “alleanza tecnica”, capace di fornire il personale esperto per i principali centri del potere. In generale, le proposte dei teorici della tecnocrazìa si basavano sull'incremento dell'automatizzazione e tendevano all'organizzazione di un nuovo tipo di mercato senza gli strumenti tradizionali dello scambio e della moneta. Sulla scia di Scott, quanti si ispirano alla tecnocrazìa tendono a sottovalutare il ruolo prioritario dei conflitti politici per risolvere i problemi concernenti l'economia e le sue più efficaci forme di organizzazione.

Bibliografia

J. Schumpeter, Capitalismo, socialismo, democrazia, Milano, 1967; S. Cotta, La sfida tecnologica, Bologna, 1968; J. K. Galbraith, Il nuovo stato industriale, Bologna, 1968; T. J. Burges, The Managerial Revolution: a Critical Study, New York, 1981.

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