tellùrio

sm. [sec. XIX; dal latino tellus -ūris, terra]. Elemento chimico della famiglia dello zolfo, di simbolo Te, peso atomico 127,60 e numero atomico 52, scoperto nel 1782 da J. F. Müller von Reichenstein. Nella crosta terrestre, che ne contiene solo il 2∤10-7%, il tellurio si rinviene raramente allo stato libero; più spesso si trova combinato con metalli pesanti, in particolare oro e argento, in minerali assai rari come la petzite, Ag₃AuTe, la calveite, AuTe₂, e la nagyagite, un solfuro-tellururo complesso di piombo, argento e rame. Attualmente la fonte principale per l'estrazione del tellurio è costituita dai fanghi anodici ottenuti come sottoprodotti nella raffinazione elettrolitica del rame. Del tellurio si conoscono due diverse forme allotropiche. Il tellurio cristallino o grigio, che costituisce la forma più comune, ha aspetto e proprietà quasi metalliche, fonde a 450 ºC e ha un peso specifico di 6,25. Il tellurio amorfo o bruno, che si ottiene, per esempio, riducendo i composti del tellurio con biossido di zolfo, è una varietà assai meno definita che tende a trasformarsi più o meno rapidamente in tellurio grigio. Le proprietà chimiche del tellurio e dei suoi composti sono assai simili a quelle dello zolfo, del selenio e dei loro composti, ma con un carattere che tende più a quello metallico. Nei suoi composti, assai tossici per l'uomo, il tellurio si comporta come bivalente nel tellururo di idrogeno o idrogeno tellurato, H₂Te, gassoso a temperatura ambiente e simile al solfuro di idrogeno, H₂S, anche nell'odore sgradevolissimo; dall'idrogeno tellurato, per sostituzione dei suoi atomi di idrogeno con i metalli, derivano i tellururi, simili ai corrispondenti solfuri. Con l'ossigeno il tellurio forma il biossido, TeO₂, e il triossido, TeO₃, l'uno e l'altro solidi cristallini bianchi. Da questi due ossidi derivano l'acido telluroso, H₂TeO₃, e l'acido tellurico, H₂TeO4, simili rispettivamente all'acido solforoso e all'acido solforico nel loro comportamento chimico, ma a carattere acido meno spiccato e solidi a temperatura ambiente. Gli usi del tellurio e dei suoi composti sono limitatissimi anche a causa della loro scarsa disponibilità; piccole quantità se ne usano nell'industria vetraria per conferire particolari colorazioni al vetro e nella preparazione di qualche accelerante speciale per la vulcanizzazione della gomma. La presenza di piccole quantità di tellurio nel rame e in alcuni acciai inossidabili migliora la loro lavorabilità alle macchine utensili; nel piombo esercita un'azione indurente e ne migliora la resistenza alla corrosione da parte dell'acido solforico. È anche usato nell'industria elettronica.

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