terminàle

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agg. e sm. [sec. XIII; dal latino tardo terminālis, da termĭnus, limite].

1) Agg., che segna il termine, il confine: linea terminale; paletto terminale.

2) Che è al termine o rappresenta il termine spaziale o temporale di qualche cosa: casello terminale dell'autostrada; stazione terminale di un oleodotto, lo stesso che terminal. Per estensione, nel linguaggio medico e ospedaliero, malato , chi è affetto da una grave malattia ormai giunta allo stadio finale e si trova quindi al termine della vita.

3) Sm., parte estrema, impianto o dispositivo finale di un procedimento o di un'operazione, per lo più in particolari accezioni tecniche: A) apparecchiatura posta al termine di una linea o di un canale di trasmissione e atta a ricevere e inviare traffico di informazione. I più importanti e diffusi sono i terminali con video e tastiera di tipo alfanumerico, che permettono il collegamento a distanza di più utenze con un calcolatore opportunamente programmato per i loro servizi. B) In informatica, punto o apparecchiatura installata in tale punto di un sistema di trasmissione dati in cui possono avvenire l'entrata e l'uscita degli stessi; è collegato a un processore. Le unità di entrata/uscita possono essere di vario tipo: telescriventi, lettori e perforatori di banda o anche apparecchiature più complesse come calcolatori satellite, i quali possono anche essere usati sul posto per operazioni fuori linea di preparazione dati. Il terminale video, o videoterminale, fornisce, mediante un tubo a raggi catodici, una visualizzazione di caratteri e grafici che rappresentano dati contenuti nella memoria di un computer.

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