test

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s. inglese (dall'ant. francese test, vaso per saggiare l'oro) usato in italiano come sm. In senso generico, saggio, prova o anche strumento di prova. Con accezioni specifiche: A) in psicologia, test mentale, strumento di misura (detto anche reattivo mentale) atto a rilevare quantitativamente, o qualitativamente, il possesso di determinate capacità o funzioni psichiche da parte degli individui. Di fatto, i test mentali misurano non tali capacità o funzioni, ma le risposte che gli individui forniscono in quelle situazioni di stimolazione standardizzate (e cioè uguali per tutti i soggetti) che costituiscono i test stessi. I test mentali possono essere classificati sulla base delle funzioni o capacità misurate (test di intelligenza, test attitudinali, test di personalità ecc.), sulla base del materiale di cui sono costituiti (“carta-matita”, costitutivi ecc.), sulla base delle modalità di somministrazione (individuali, collettivi, di gruppo) ecc. B) In medicina, prova che consiste nel misurare e classificare determinate caratteristiche individuali, fisiologiche e patologiche: test di gravidanza, test intradermico o intradermoreazione, test di Papanikolaú ecc. C) In acustica, test audiometrico, misurazione soggettiva realizzata con la tecnica dell'audiometria. D) In statistica, metodo per verificare se una determinata ipotesi statistica possa essere accettata o debba essere respinta. Un test per verificare la significatività di una differenza è detto test di significatività. È tale, in particolare, il test di Student, impiegato per verificare la significatività di una differenza fra due medie (fra una media campionaria e quella dell'universo, oppure fra due medie entrambe campionarie) quando le unità campionarie sono meno di 30 (piccolo campione). Se il confronto viene effettuato fra la media del campione (x) e quella dell'universo (μ) il valore di t si ottiene mediante la seguente formula:

dove s è lo scarto quadratico medio del campione e N il numero delle unità campionarie. Se il confronto ha per oggetto due medie campionarie (x₁ e x₂), il valore di t è dato da

dove

La distribuzione di t, studiata per la prima volta da W. S. Gosset (che ne ha pubblicato i risultati nel 1908 sotto lo pseudonimo di Student nella memoria: On the Probable Error of a Mean), dà origine a una curva a campana simmetrica definita dalla formula

dove y0 è l'ordinata massima per t=0. La distribuzione di t, che varia, come si è visto, al variare di N, tende a coincidere con quella normale all'aumentare dell'ampiezza del campione. Appositi prontuari, il più noto dei quali è quello dovuto a R. A. Fisher, forniscono i valori di t che hanno determinate probabilità di essere dovute al caso, in corrispondenza dei diversi gradi di libertà (N-1, oppure N₁+N₂-2). § Non comune l'adattamento italiano tèste o tèsto, per lo più al pl. tèsti.