toxoplasmòsi

sf. [dal genere Toxoplasma+-osi]. Malattia infettiva causata dal protozooToxoplasma gondii. É una tipica zoonosi; è molto frequente e, nella maggior parte dei casi, decorre in maniera asintomatica e senza conseguenze, ma rappresenta una malattia importante se contratta durante la gravidanza, per i danni che ne derivano al feto (aborto, corioretinite, calcificazioniendocardiche, idrocefalia, convulsioni ecc.). L'ospite definitivo, e principale responsabile della trasmissione della malattia, è il gatto, il quale elimina con le feci le oocisti, estremamente resistenti nell'ambiente, che contaminano il terreno e le verdure. Altri animali, brucando l'erba contaminata, possono infettarsi e sviluppare la malattia in forma di pseudocisti annidate nei muscoli, nel cervello e nell'occhio. Ci si infetta o per il contatto con gli escrementi del gatto o ingerendo verdure crude non sufficientemente lavate, oppure mangiando carne cruda o poco cotta di animali infetti. La trasmissione interumana è molto rara, tranne che per la donna in gravidanza: infatti i trofozoiti passano attraverso la placenta negli ultimi mesi di gestazione e danno origine alla malattia fetale. Poiché spesso la malattia decorre in maniera asintomatica, assumono notevole importanza le indagini di laboratorio (immunofluorescenza IgM e IgG, emoagglutinazione, fissazione del complemento), che consentono di stabilire se la malattia è stata superata, se è in atto o se è stata contratta di recente, dati molto importanti per la prognosi fetale. Fondamentale è la prevenzione evitando, durante la gravidanza, il contatto con le feci dei gatti e il consumo di carni crude e insaccati, e lavando accuratamente la verdura e la frutta.

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