trànsito

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sm. [sec. XIII; dal latino transĭtus-us, da transīre, passare].

1) Passaggio; usato soprattutto con riferimento alla viabilità di una strada, di un valico e simili, al traffico stradale, ferroviario, marittimo, aereo: valico aperto al ; divieto di per biciclette e motocicli; in particolare: treno in , che non si ferma in una stazione; stazione di , di passaggio; porto di , in cui le navi approdano temporaneamente per lo sbarco e l'imbarco di merci e passeggeri; passeggeri di , che passano per una stazione, un aeroporto e simili diretti altrove; commercio di , flusso di merci che provengono dall'estero e all'estero sono dirette e che si limitano a passare attraverso il territorio nazionale. In genere le merci in transito non sono soggette a dazio e, salvo particolari periodi, godono di procedure semplificate.

2) In astronomia, passaggio di Mercurio e di Venere attraverso il disco del Sole, oppure di un satellite di Giove attraverso il disco del pianeta. Strumento dei , o strumento di passaggio, strumento per la misurazione del tempo.

3) Nel linguaggio religioso, la morte del giusto, che è passaggio dalla terra al cielo: il della Madonna.

4) Anticamente, movimento: “la fronda che flette la cima / al transito del vento” (Dante).

5) In telefonia, variante di instradamento telefonico, che, in alternativa al collegamento più diretto e meno esteso fra le località da interconnettere, utilizza una o più tratte di linea che vengono scelte in base alla disponibilità delle giunzioni.