transustanziazióne o transubstanziazióne

sf. [sec. XIV; dal latino medievale transubstantiatio-onis]. Trasmutazione della sostanza del pane e del vino – permanendo invariati gli accidenti – in quella del corpo e del sangue di Cristo, nell'eucarestia. Definita dogma nel Concilio Lateranense del 1215, risolse la tensione millenaria tra un'interpretazione realistica del sacramento (quella privilegiata dal dogma della transustanziazione) e una, invece, spiritualistica. Alla prima diedero impulso, nell'antichità, Cirillo di Gerusalemme, Gregorio Nisseno, Ambrogio, Isidoro di Siviglia, mentre tanto Origene quanto Agostino proposero la seconda. È respinta dai protestanti.

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