Lessico

sf. [sec. XVII; dal latino transmissĭo-ōnis, da transmittĕre, trasmettere].

1) Atto del trasmettere: trasmissione di un titolo, di un'eredità;trasmissione di malattie. In particolare: trasmissione dei caratteri ereditari, passaggio dei tratti fisici e caratteriali o di malattie da una persona ai suoi discendenti; trasmissione del pensiero, in metapsichica, capacità di alcune persone di cogliere a distanza il pensiero di altri senza l'intervento e l'aiuto dei normali mezzi di comunicazione.

2) Passaggio di energia da un sistema a un altro o trasferimento di un moto da un organo a un altro di una macchina; l'insieme degli organi atti a trasferire il moto.

3) In fisica, in generale, attraversamento della superficie che separa due mezzi da parte di energia ondulatoria.

4) Comunicazione a distanza di informazioni realizzata essenzialmente tramite un mezzo (filo, cavo, guida di onda), disposto secondo un dato percorso sul suolo oppure con radioonde o segnali ottici eventualmente ripetuti lungo il percorso. Per estensione, programma radiofonico o televisivo.

5) In elettrotecnica, convogliamento dell'energia elettrica da un centro di produzione a un centro di utilizzazione per mezzo di elettrodotti o una linea elettrica.

Fisica

Nel caso delle onde elastiche, si consideri l'incidenza di un'onda elastica (per esempio sonora) piana sulla superficie di separazione di due mezzi, di diversa impedenza caratteristica Z1, Z2; una parte Φr del flusso energetico Φ dell'onda viene allora riflessa, la parte restante Φt viene trasmessa. Si definisce allora come fattore di trasmissione il rapporto

Si osserva che τ=1 per Z1=Z2; se l'impedenza caratteristica non cambia, tutta l'energia viene trasmessa. Il fenomeno è in generale accompagnato da rifrazione. Durante la trasmissione dell'onda sonora lungo un materiale, si ha attenuazione del flusso energetico, con legge di tipo esponenziale; l'isolamento acustico di una struttura edilizia è determinato da tale attenuazione. Anche nel caso delle onde elettromagnetiche, in particolare luminose, all'incidenza di un flusso di energia luminosa sulla superficie di separazione di due mezzi, di caratteristiche fisiche diverse (in particolare di diversa velocità di propagazione della luce, ossia di diversi valori di costante dielettrica relativa e di permeabilità magnetica relativa), una parte dell'energia viene riflessa, l'altra trasmessa. Si definisce ancora fattore di trasmissione il rapporto τ=Φt/Φ essendo Φt il flusso di energia trasmessa, Φ il flusso incidente. Il fenomeno è accompagnato da rifrazione.

Informatica

Trasporto automatico di dati tra due elaboratori distanti o tra un elaboratore centrale e una rete di punti di raccolta dati. Può essere asincrona, se ogni carattere viene trasmesso preceduto da un bit di start e seguito da un bit di stop; sincrona, se nella successione di caratteri che forma un messaggio i caratteri si susseguono senza i bit di cui sopra. La velocità di trasmissione è il numero di bit che possono venire trasmessi in una data linea nell'unità di tempo; si misura in baud, o migliaia di bit al secondo (bps). Le linee telegrafiche non permettono una velocità di trasmissione superiore ai 150 baud; quelle telefoniche possono arrivare sino a 50.000 baud (con tecniche particolari). I valori delle velocità di trasmissione sono normalmente di 1200, 2400 baud, i bit al secondo vanno solitamente da 19,2 a 33,6 o 56 Kbps. La trasmissione dati può anche avvenire con tecniche dette a pacchetto nelle quali il flusso, continuo, dei dati viene suddiviso un gruppi di uguale dimensione (in bit) e trasmesso in linea mano a mano che un gruppo si riempie completamente o dopo un determinato periodo di attesa (time-out). Nelle trasmissioni a pacchetto la velocità è variabile e dipende dal traffico. La capacità massima della linea di trasmissione, tipicamente una LAN o una WAN, si misura in bit al secondo (generalmente milioni di bit al secondo, Mbps). Le LAN possono raggiungere i 100 Mbps mentre le WAN possono disporre di connessioni che superano i 2,5 Gbps.

Meccanica

Il trasferimento di energia meccanica viene effettuato da organi in movimento, come alberi rotanti, detti appunto alberi di trasmissione, per mezzo di elementi flessibili come funi, cinghie, catene o altro. Gli organi della trasmissione a volte devono trasferire il moto fra due elementi che si spostano, entro certi limiti, l'uno rispetto all'altro; in questi casi la trasmissione deve essere opportunamente snodata o affidata ad alberi flessibili inguainati. Per trasferire agevolmente potenze medie e grandi è sempre più in uso la trasmissione effettuata mediante fluidi in pressione e in particolare trasmissioni oleodinamicheidrostatiche e idrocinetiche che utilizzano pompe o convertitori di coppia azionati dal motore stesso; queste presentano il vantaggio di non creare reazioni reciproche fra unità motrice e utilizzatore, inoltre sono di minimo ingombro e permettono di superare agevolmente le difficoltà che si incontrano nel trasmettere il moto a organi di macchine montati su parti mobili. Quando si tratta di trasferire momenti torcenti molto grandi si incontrano notevoli difficoltà nel progetto degli organi meccanici della trasmissione e spesso si ricorre a sistemi elettrici, come su navi, locomotori o macchine semoventi a propulsioneDiesel-elettrica, che hanno il motore primo endotermico accoppiato a un generatore elettrico situato nella zona più idonea e uno o più motori elettrici collegati direttamente agli organi di propulsione. Ciò permette una migliore regolazione del moto e, qualora gli organi di propulsione siano più di uno, consente di ripartire l'energia nella maniera voluta su tutti gli elementi propulsori. Nel campo dell'autotrazione, per trasmissione si intende l'insieme degli organi (frizione, cambio, albero di trasmissione, semialberi, differenziale e semiasse), disposti in serie, per mezzo dei quali il moto del motore viene trasferito alle ruote: il rapporto di trasmissione viene variato mediante il cambio e mentre per i veicoli con trasmissione meccanica si hanno a disposizione tanti rapporti di trasmissione quante sono le marce del cambio, per i veicoli dotati di cambio automatico la variazione del rapporto di trasmissione è continua e si adegua alle necessità del veicolo. Nelle motrici ferroviarie, oltre alla trasmissione a biella usata per le locomotive, è diffusa la trasmissione a ingranaggi, la più idonea per qualsiasi motrice elettrica per trazione sia urbana sia ferroviaria e per velocità sia basse sia elevate. Si realizza interponendo fra l'asse del motore e quello della sala montata ruote dentate cilindriche, se gli assi del motore e delle ruote sono paralleli fra loro, oppure coniche, se sono tra loro perpendicolari: per evitare rotture degli ingranaggi, date le forti sollecitazioni, si realizza la trasmissione a ruota elastica, cioè dotando le ruote di sistemi elastici deformabili atti ad assorbire eventuali colpi. Nel caso dei motori completamente sospesi si adotta il sistema della trasmissione ad albero cavo con ruota elastica che garantisce il movimento delle ruote in qualunque condizione vengano a trovarsi reciprocamente gli assi stessi. Con questo sistema il motore sostiene, mediante appositi cuscinetti, un albero cavo entro il quale viene posto l'asse della sala montata: il pignone calettato sull'asse del motore ingrana con la ruota dentata calettata sull'albero cavo e la trasmissione del moto fra questo e la sala montata avviene a mezzo di sistemi elastici diversi che differenziano fra loro le soluzioni costruttive. Per le automotrici ferroviarie e per la metropolitana si ricorre alla trasmissione con albero a cardano.

Medicina

La propagazione di una malattia da un individuo ad altri può essere diretta o indiretta. La prima avviene per contatto diretto fra malato e sano, oppure fra sorgente dell'infezione e soggetto (per esempio malattie veneree, infezioni intestinali). La seconda per mezzo di oggetti o sostanze inquinati (veicoli) oppure di esseri viventi (vettori); i possibili veicoli sono numerosissimi: aria, alimenti (molluschi, latte, carne), acqua, indumenti e oggetti personali; vettori possono essere le mosche, oppure zanzare, zecche, pidocchi, pulci ecc. (tipo mediato), ospitati nel proprio organismo.

Telecomunicazioni

Nelle telecomunicazioni, si indica con trasmissione dati l'insieme delle tecniche volte a trasmettere informazioni di tipo numerico tra apparati di elaborazione. La nascita della trasmissione dati viene fatta risalire al 1951, quando negli Stati Uniti entrò in funzione una rete dati denominata SAGE adibita a scopi militari. Le successive applicazioni a uso civile utilizzavano come supporto le reti di comunicazione pubbliche già esistenti, e in particolare la rete telex e la rete telefonica. La prima presentava il vantaggio che i segnali telegrafici e quelli dati erano tra loro omogenei e non era quindi necessario utilizzare apparati di conversione del segnale. Di contro, l'utilizzo della rete telefonica, progettata per messaggi vocali, necessitava di apparati per la trasformazione del segnale da digitale ad analogico per renderlo adatto alla trasmissione sulla rete. L'utilizzo della rete telefonica permetteva però di sfruttarne la grande capillarità e di raggiungere velocità di trasferimento delle informazioni nettamente superiori a quelle ottenibili su reti telex. In generale, si preferì quindi fare uso della rete telefonica preesistente, tranne in alcuni Paesi dove era disponibile una rete telegrafica particolarmente sviluppata. L'evoluzione degli elaboratori, l'aumento delle loro prestazioni e la conseguente modifica delle modalità di trasferimento delle informazioni verso un modello a burst (grappolo), con pochi istanti di trasmissione alternati a lunghe pause, rese però evidenti i limiti della rete telefonica per la trasmissione dati. Per ovviare ai problemi di qualità e di velocità delle reti telefoniche pubbliche, si cominciarono a utilizzare linee affittate e dedicate esclusivamente alla trasmissione dati. Nacquero così già negli anni Sessanta le prime reti private per trasferimento dati con collegamenti “punto-punto” e “punto-multipunto” e si cominciò a pensare a sistemi di comunicazione dedicati appositamente alla trasmissione dati. Accanto alle strutture dedicate, le compagnie che gestivano le reti telefoniche studiarono delle reti più flessibili, che integravano il servizio telefonico e il trasferimento dati e fornivano agli utenti velocità di trasmissione adeguate (per esempio, la Rete Fonia e Dati commercializzata in Italia). Parallelamente all'utilizzo delle reti esistenti e delle linee affittate, a partire dalla metà degli anni Sessanta si cominciarono a studiare nuove tecniche di commutazione più adatte al traffico dati. L'allocazione fisica di una risorsa trasmissiva a uso esclusivo di una sola comunicazione era infatti una soluzione valida per connettere due utenti che parlavano, ma risultava estremamente inefficiente per il traffico dati che la utilizzava solo per un tempo molto ridotto. La commutazione di pacchetto invece prevedeva la condivisione tra più utenti delle stesse risorse trasmissive e meglio si adattava a un traffico di tipo intermittente. In seguito allo sviluppo delle tecniche a commutazione di pacchetto, sono state realizzate reti sempre più evolute nel trattamento e nel trasferimento dei dati; esistono ormai reti pubbliche a commutazione di pacchetto e reti dati di ogni dimensione: locali (LAN, Local Area Network), metropolitane (MAN, Metropolitan Area Network) e geografiche (WAN, Wide Area Network). La specializzazione delle reti per tipologia di servizio è però una limitazione che la progressiva numerizzazione dei sistemi di commutazione, trasmissione e accesso tende ormai a superare. L'evoluzione delle telecomunicazioni è infatti orientata verso reti integrate nei servizi (ISDN), capaci di trasportare indifferentemente segnali vocali, dati e immagini. Lo schema di un generico sistema di trasmissione dati è costituito dagli apparati terminali, denominati DTE (Data Terminal Equipment), coincidenti con la sorgente e il destinatario dell'informazione (host, workstation, personal computer, stampanti ecc.), dalla rete di comunicazione (per esempio, la linea telefonica) e dagli apparati di comunicazione, denominati DCE (Data Terminating Equipment), che hanno il compito di adattare il segnale generato dai DTE al mezzo trasmissivo.

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