umanìstico

agg. (pl. m. -ci) [da umanista]. Di, relativo all'umanesimo e agli umanisti: cultura umanistica; movimento umanistico. In particolare, studi umanistici, lo studio delle lingue latina e greca e delle rispettive letterature; educazione umanistica, indirizzo didattico che si espleta nel ginnasio-liceo, basato fondamentalmente sullo studio di materie estetico-letterarie. L'indirizzo umanistico è in contrapposizione con quello tecnico-scientifico. § Scrittura umanistica, scrittura nata nell'ambiente umanistico fiorentino agli inizi del sec. XV, dalla quale hanno origine tutte le moderne scritture in caratteri latini, comprese quelle adottate dalla stampa tipografica. Dopo che i primi umanisti avevano preconizzato o anche tentato l'abbandono della scrittura gotica per una scrittura che si rifacesse alle forme della scrittura latina più antica giungendo, per esempio con Petrarca, a forme che sono state definite gotiche preumanistiche, furono Niccolò Niccoli e Poggio Bracciolini che riuscirono a imporre le forme scrittorie dei codici dei sec. IX-XI da loro trovati ed erroneamente attribuiti a età romana. La scrittura carolina fu perciò da loro chiamata “antiqua” e come tale imitata e lo stesso nome fu attribuito anche alla scrittura nata da tale imitazione. L'affermazione e la conseguente diffusione della scrittura umanistica fu rapida, per opera sia degli umanisti stessi, molti dei quali furono anche ottimi calligrafi, sia di calligrafi di professione, quali i fiorentini Antonio di Mario, Gherardo del Ceriagio, Antonio Sinibaldi e molti altri fino al celeberrimo Vespasiano da Bisticci.

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