vérde

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agg. e sm. [sec. XIII; latino virídis].

1) Agg., di colore corrispondente alle lunghezze d'onda comprese fra quelle del giallo e quelle dell'azzurro e cioè tra 580 nm e 490 nm. Viene considerato come colore puro il verde medio di lunghezza d'onda 530 nm e il verde-giallo, di lunghezza d'onda 560 nm. Nel linguaggio comune, che ha colore simile a quello dell'erba fresca: prato verde; tappeto verde, il panno che si pone sul tavolo da gioco; zona verde, in una città, l'insieme dei parchi e dei giardini.

2) Riferito a persona e al volto umano, molto pallido, livido; essere verde di paura, di invidia. Per estensione, riferito a vegetale, non ancora maturo e secco: l'uva è ancora verde; la legna verde non brucia bene.

3) Fig., lett., giovanile, nel pieno del vigore: verde età, l'adolescenza.

4) Con particolari sensi estensivi: A) relativo alle attività agricole e ai problemi dell'agricoltura: i piani di sviluppo dell'Europa verde. B) Per influsso del tedesco grün, riferito a movimenti ecologici che in campo politico mettono in primo piano la tutela dei valori ambientali, spesso in conflitto con le istituzioni e con i partiti tradizionali. Frequente come sm. o f.

5) Sm., il colore stesso: vestirsi di verde;verde chiaro, verde acqua, verde brillante, verde smeraldo, verde oliva, secondo la gradazione e la tonalità; verde bandiera, simile alla tonalità di verde della bandiera italiana; la loc. familiare, essere al verde, essere senza un soldo. In particolare, in gastronomia, al verde, preparazioni con abbondante prezzemolo o altre erbe che conferiscono loro tale colorazione.

6) Vegetazione in genere: campagna piena di verde. Fig., rigoglio, vigore: essere nel verde degli anni.

7) In araldica, smalto che viene graficamente rappresentato con un tratteggio obliquo da destra a sinistra.

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