Descrizione generale

Sf. [sec. XX; da video+comunicazione]. Sistema per il trasferimento di informazione di tipo visivo, o più comunemente audiovisivo. Ricadono in questa definizione sia i sistemi per il trasferimento a distanza (per esempio la diffusione televisiva) sia quelli per il trasferimento nel tempo (per esempio registrazione e successiva riproduzione), indipendentemente dalle modalità di rappresentazione del segnale, in forma analogica o numerica (digitale). Un segnale analogico è un segnale in tempo continuo, cioè definito in ogni istante di tempo, e variabile con continuità in un certo intervallo; un classico esempio di segnale analogico è rappresentato dal segnale adottato in genere per la diffusione televisiva. Ormai, comunque, i sistemi di comunicazione più moderni adottano rappresentazioni numeriche dei segnali video, nelle quali il segnale stesso è definito solo in alcuni istanti di tempo (processo di campionamento) e assume solo un numero finito di valori (processo di quantizzazione): una rappresentazione di questo tipo consente vantaggi quali la maggiore flessibilità e comprimibilità dell'informazione e la possibilità diretta di elaborazione.

Componenti del sistema

In genere un sistema di videocomunicazione è costituito da un sensore, un codificatore di sorgente, un canale di trasmissione o eventualmente un supporto di memorizzazione, un decodificatore di sorgente e un visore. Il sensore è un trasduttore elettro-ottico che, dall'analisi della scena sotto osservazione, genera un segnale di sorgente in forma numerica, sottoposto successivamente al codificatore di sorgente; quest'ultimo produce in uscita un segnale atto a essere inviato sul canale di trasmissione o registrato su un supporto di memorizzazione. Operazioni complementari a quelle eseguite dal sensore e dal codificatore di sorgente vengono effettuate dal decodificatore e dall'apparato di visualizzazione, o visore, che ripropone all'utilizzatore finale il prodotto del sistema di videocomunicazione. Analogamente a quanto avviene per ogni apparato di comunicazione, i limiti tecnologici ed economici dei sistemi impediscono di trasportare tutta l'informazione contenuta in un'immagine, imponendo di utilizzarne solo una parte e creando così problemi di degradazione che possono o meno essere avvertiti dal fruitore del servizio a seconda della loro gravità.

Evoluzione del sistema

I sistemi di videocomunicazione sono in rapida evoluzione: dal classico servizio televisivo analogico si è passati a una serie di servizi basati su tecnologia digitale che vanno dal videotelefono e dalla videoconferenza, disponibili su rete telefonica pubblica e su rete numerica integrata nei servizi (ISDN, Integrated Services Digital Network), al video a richiesta (video on demand), che permette di scegliere i programmi televisivi che si vogliono ricevere attraverso il semplice doppino telefonico o tramite più evoluti cavi coassiali e fibre ottiche, alla televisione numerica, alla televisione ad alta definizione, alla memorizzazione di foto in forma digitale su supporti magnetici. A seconda dell'applicazione, del tipo di informazione da trasportare (immagini fisse o in movimento) e del mezzo di trasporto o di memorizzazione utilizzato, sono stati sviluppati metodi di codifica che riescono a comprimere il segnale e a trasferirlo su canali con capacità di banda ridotta (persino su doppini telefonici ordinari) con una degradazione dell'immagine accettabile. Il segnale digitale presenta un bit rate (cioè la quantità di informazione nell'unità di tempo espresso in bit al secondo) dipendente dal numero di righe e colonne che costituiscono l'immagine (risoluzione spaziale orizzontale e verticale), dal numero dei livelli di grigio (risoluzione in ampiezza) usati e dal numero di quadri al secondo. La riduzione del bit rate viene effettuata non tanto abbassando i parametri suddetti, quanto eliminando quelle parti di informazione ridondanti, cioè ricostruibili a partire dalle relazioni con gli altri elementi del segnale (esiste una ridondanza spaziale, una spettrale e una temporale), o irrilevanti, cioè non percepibili dal sistema visivo umano.

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