vittoriàno

agg. Proprio della regina Vittoria d'Inghilterra e della sua epoca: moralismo vittoriano § La cultura architettonica anglosassone sviluppatasi sotto il regno della regina Vittoria (1837-1901) è caratterizzata dal dissolvimento della unitarietà culturale georgiana e neoclassica a favore di tendenze revivalistiche ed eclettiche. Soprattutto nella prima fase del periodo vittoriano (early victorian, fino al 1851) il più fecondo dei movimenti revivalistici fu il Gothic Revival (neogotico), specie nella sua linea più rigorosa, quella di A. W. Pugin, cui si contrappose lo stile neorinascimentale di Ch. Barry; significativamente, alla collaborazione dei due architetti si deve lo edificio più sintomatico dell'architettura vittoriana, il Parlamento di Londra (1836-60), sintesi eclettica di impianto neorinascimentale e decorazione neogotica. Malgrado il contrasto provocato alla celebre Esposizione universale di Londra del 1851 dall'apparizione programmatica dell'architettura funzionalista in ferro (ponti, serre, stazioni, pensiline), il pieno gusto (high victorian, fino al 1870) si espresse in un eclettismo celebrativo e retorico (si pensi all'Albert Memorial di Londra, 1863-68, di G. Gilbert Scott), parallelo al Secondo Impero francese e allo stile umbertino italiano. In contrapposizione a tale tendenza dominante si affermò nell'ultimo periodo (late victorian, dopo il 1870), nell'edilizia residenziale e nell'arredamento, il più moderato stile Queen Anne, che recuperava la tradizione settecentesca.

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