zigrino

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sm. [sec. XVII; dal turco saġry, groppone, pelle della schiena].

1) Pesce cartilagineo (Scymnorhinus licha) della famiglia degli Squalidi, di dimensioni massime inferiori a 180 cm e dal peso non eccedente i 12 kg; ha corporatura snella di forma subcilindrica e colorazione marrone uniforme con riflessi rosso-violacei (a volte sono presenti maculosità più scure); i denti superiori sono sottili e acuminati, quelli inferiori laminari; la pelle è molto resistente e ruvida al tatto in quanto cosparsa di scaglie relativamente grandi e appuntite. Vive presso ambedue le coste atlantiche, incluso il Mediterraneo, a profondità comprese fra poco più di 100 m e ca. 1000.

2) Nome dato alla pelle di alcune specie di Selaci che presenta superficie piuttosto ruvida per la presenza di scaglie placoidi con dentelli molto duri acuminati. Per queste sue proprietà, lo zigrino veniva usato in passato per levigare oggetti di legno, avorio ecc. Per estensione, pelle di animali (specie asini), conciata e lavorata in modo da risultare con superficie granulosa che ricorda quella dello zigrino. È impiegata in legatoria e per la confezione di valigie.

3) Rotella di acciaio usata per zigrinare i metalli.

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