Definizione

Sf. [sec. XX; zoo-+geografia]. Branca della biogeografia che si occupa della distribuzione geografica degli animali, analizzandola nello stato attuale ma indagandone le cause che l'hanno determinata. La distribuzione geografica, infatti, rivela aspetti caratteristici e complessi, con una fisionomia ben definita per ciascuna regione faunistica del globo, tale da correlare ogni fauna al suo territorio e al suo ambiente. Le cause della distribuzione faunistica nel globo sono da ricercarsi in parte in fattori attuali, climatici, ecologici, topografici, ambientali, ma soprattutto nella storia geologica e paleontologica del globo. L'attuale morfologia geografica delle terre emerse, infatti, è solo l'ultima, transitoria fisionomia di una geografia che ha radicalmente cambiato aspetto durante le ere geologiche. La trasformazione dell'ambiente generale e locale si è accompagnata all'evoluzione delle specie viventi e al loro adattamento ai nuovi ambienti nel corso di milioni di anni. In proposito sono fondamentali i rapporti di collegamento o di disgiunzione e isolamento che i vari continenti e loro parti ebbero in passato, in relazione pure al tempo geologico in cui i vari gruppi animali si sono diversificati ed evoluti, espandendosi in areali più ampi o, viceversa, rimanendo isolati o esclusi in o da certe parti delle terre emerse, secondo la continuità o discontinuità geografica delle terre medesime nelle varie epoche. Un importante contributo, a questo riguardo, è stato offerto dalla teoria della deriva dei continenti, che offre alla zoogeografia una valida base interpretativa della genesi di alcune faune e delle loro affinità e differenze. L'importanza faunistica dell'isolamento geografico è ben esemplificata dalla storia dei Mammiferi australiani, rappresentati originariamente dai soli Monotremi e Marsupiali; l'Australia infatti si isolò dagli altri continenti prima della grande diffusione dei Mammiferi Placentati, che, essendo competitivamente avvantaggiati, soppiantarono i marsupiali dal resto del mondo (tranne l'America Meridionale). Da un punto di vista zoogeografico, le attuali aree continentali non sono faunisticamente omogenee: l'Africa, per esempio, è divisibile nettamente in una regione paleotropica, sud-sahariana, e in una fascia nord-sahariana strettamente affine all'Europa e all'Asia centrosettentrionale (regione Paleartica); inoltre l'isola di Madagascar, per la peculiarità di numerosi elementi faunistici, costituisce una regione a sé stante (regione Malgascia). L'ampiezza degli areali di distribuzione delle singole specie o di interi gruppi è estremamente varia: a specie, o gruppi, ad amplissima distribuzione geografica si contrappongono specie, o gruppi, a distribuzione molto ristretta; questi ultimi annoverano spesso interessanti casi di popolazioni relitte (endemismi di conservazione), nuclei superstiti di popolazioni che una volta avevano diffusione assai più ampia (per esempio lo sfenodonte in Nuova Zelanda). Invariabilmente tali popolazioni si sono conservate per via dell'isolamento geografico occorso in tempi geologici (e infatti sono particolarmente frequenti nelle faune insulari), ma anche l'isolamento ecologico può aver giocato un ruolo importante, come è il caso dell'okapi nelle foreste del Congo. È anche di dominio della zoogeografia lo studio della continuità o discontinuità degli areali di distribuzione di singole specie o di interi gruppi animali è dominio della zoogeografia. Classici esempi di discontinuità, per esempio, sono rappresentati dalle famiglie Camelidi e Tapiridi, presenti in Asia e America Meridionale, Procionidi, in Asia e nelle Americhe, Iguanidi, nelle Americhe, Madagascar e isole Figi ecc. La continuità degli areali di questi gruppi in tempi passati è documentata dai reperti peleontologici, mentre sia la paleontologia sia la geologia spesso offrono documenti che permettono la ricostruzione degli eventi avversi (per esempio la coesistenza di specie competitrici, radicali cambiamenti ambientali ecc.) che causarono la scomparsa delle popolazioni da certe aree. La distribuzione geografica degli animali è anche influenzata dalla loro stessa biologia; val la pena di ricordare che mentre la tendenza a disperdersi è più una regola che un'eccezione fra gli animali, essa è assai più pronunciata in certe specie che in altre, determinandone spesso l'estensione degli areali; per esempio certi geconidi continentali di zone costiere hanno colonizzato molte isole sperdute del Pacifico grazie al costume di deporre le uova, a schiusa ritardata, nelle crepe delle cortecce degli alberi che, divelti dagli uragani e trasportati dalle correnti marine, sono approdati in quelle isole. Non è da trascurare, infine, il ruolo dell'uomo, che, per lo più in tempi storici, ha reso cosmopolite alcune specie sue commensali, come i topi e i ratti, ne ha trasportate altre deliberatamente da un luogo a un altro e continuamente, anche involontariamente, ne diffonde in tempi brevi con i suoi mezzi di trasporto.

Zoologia: le regioni zoogeografiche

In base alla composizione delle faune delle diverse regioni e ai loro caratteri di affinità, la zoogeografia definisce diverse regioni zoogeografiche: la Paleartica, includente l'Europa, l'Africa settentrionale, l'Asia a nord dell'Himalaya e dello Yangtze Kiang; la Neartica (molto affine alla precedente con cui talora è considerata unita in una sola Regione Oloartica) comprendente l'America Settentrionale (sino al Messico); Paleotropicale o Etiopica, con l'Africa sud-sahariana; Malgascia col Madagascar; Orientale, con l'Asia a sud dell'Himalaya, tutte raggruppate nel grande Reame Arctogeico; Regione Neotropicale, con l'America Centrale e Meridionale; e infine la Regione Australiana, con la Nuova Guinea, l'Australia, la Nuova Zelanda e le isole del Pacifico. A queste può aggiungersi ancora una Regione Antartica, più affine all'Australiana, con cui è raggruppabile nel Reame Notogeico. La distribuzione geografica degli animali marini è caratterizzata da un'uniformità più spiccata e risulta molto più largamente influenzata da fattori ambientali attuali; essa mostra un'accentuata bipolarità tanto che vi possono essere distinte due regioni fondamentali, una Atlantica e una Indo-Pacifica.

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