Lessico

agg. e sm. [sec. XVIII; dal latino hybrĭda, figlio bastardo].

1) Di animale o vegetale che risulti dall'esincrocio di due varietà o specie diverse: razza ibrida, vegetazione ibrida. Anche come sm.: il mulo e il bardotto sono ibridi. Anche del prodotto dell'unione di due gameti diversi per uno o più caratteri ereditari, ed è quindi sinonimo di eterozigote.

2) Fig., costituito da elementi o caratteri eterogenei, spesso disarmonici (detto di cosa): lo stile ibrido di una chiesa (anche sm., quell'edificio è un ibrido); “La signora riprese a nuotare in quella sua ibrida maniera” (Calvino); per estensione, non ben definito, ambiguo, contraddittorio: “artisti genuini e artisti ibridi, geni e talenti” (Croce).

3) Con accezioni specifiche: A) In linguistica, di forme costituite da elementi eterogenei, come può essere, per esempio, il caso di un composto formato da elementi derivati da lingue diverse (burocrazia, il cui primo componente è di origine francese, il secondo di origine greca). B) Nella classificazione morfologica decimale dei caratteri da stampa, è detto di quei tipi disegnati mescolando stili diversi. C) In numismatica, di monete o medaglie in cui le impronte del recto e del verso sono frutto dell'accoppiamento di coni appartenenti a due pezzi differenti. D) In informatica, si dice elaboratore ibrido quello costituito da un elaboratore digitale e da uno analogico. Di solito l'elaboratore digitale viene utilizzato come controllore ed effettua le operazioni logiche; l'elaboratore analogico invece è volto alla soluzione delle equazioni differenziali. E) Macchina ibrida o, come sf., ibrida viene chiamata la macchina fotografica che non è una vera reflex ma non si può classificare fra le “compatte”. Le ibride hanno caratteristiche proprie sia dell'uno sia dell'altro tipo (in inglese si preferisce chiamarle bridge camera, cioè macchina ponte fra i due sistemi). Sono dotate di mirino reflex, di obiettivo fisso (non intercambiabile), che è sempre uno zoom con notevole escursione di focale (fino a 35-180); sono completamente automatiche (messa a fuoco, esposizione program, avanzamento e riavvolgimento della pellicola); hanno un flash incorporato e caratteristiche funzionali superiori anche a quelle delle compatte più sofisticate.

Biologia molecolare

Viene definito ibrido l'appaiamento di frammenti di DNA o RNA a singolo filamento di diversa origine. Utilizzando per esempio frammenti di DNA proveniente da due animali, o da due specie differenti, se questi presentano un'omologia di sequenza, in particolari condizioni sperimentali si appaieranno fra loro. È stato così possibile stabilire le relazioni evolutive e filogenetiche che intercorrono tra le varie specie correlandone la similitudine del DNA. Questa tecnica permette anche di evidenziare e localizzare geni utilizzando frammenti di DNA o di RNA sintetizzati artificialmente, o di associare a un dato RNA il luogo fisico in cui si trova il gene che lo trascrive.

Genetica

Vengono definite ibride quelle cellule, modificate artificialmente, in cui vengono a trovarsi corredi cromosomici provenienti da due specie differenti. Tali cellule, crescendo e dividendosi, eliminano preferenzialmente e progressivamente i cromosomi di una sola delle specie, fino a raggiungere uno stato stabile semiibrido. Questa tecnica ha permesso di evidenziare il ruolo dei geni localizzati su specifici cromosomi: una volta eliminato un dato cromosoma, le cellule ibride perderanno anche le caratteristiche da lui conferite. Questi esperimenti di ibridazione, unitamente all'analisi degli alberi genealogici, hanno permesso, ancora prima dell'avvento delle tecniche della biologia molecolare, di costruire le mappe di due cromosomi umani e di assegnare a questi i gruppi di associazione di alcuni geni.

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