Gli Hobbit esistono davvero? Quando la fantasia supera la realtà

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"In un buco nel terreno viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.". Comincia così Lo Hobbit, uno tra i più famosi romanzi di J.R.R Tolkien. Un'opera che presenta al mondo alcune strambe creature molto simili all'uomo nelle fattezze, ma molto diverse per caratteristiche e particolarità: gli Hobbit.

Tolkien descrive gli Hobbit in modo puntuale e analitico. Alti la metà rispetto agli uomini, una delle più curiose particolarità degli Hobbit sono i piedi: grossi e pelosi, sono ricoperti da una pelle coriacea talmente resistente da rendere superfluo l'uso delle scarpe. Dotati di un finissimo udito, gli Hobbit hanno anche la capacità di muoversi senza farsi notare, riuscendo altresì a celarsi agli occhi altrui per non essere visti. Che dire, poi, della loro proverbiale giovialità? Sempre pronti a far festa, il mangiare e il bere sono sicuramente piaceri a cui un Hobbit fa molta fatica a rinunciare.

Leggendo "Lo Hobbit" e "Il Signore degli Anelli" le descrizioni degli Hobbit sono così vivide che sembra quasi che Tolkien abbia realmente incontrato una di queste strane creature durante una passeggiata in un bosco inglese, scoprendo così un mondo nascosto e celato ai più.
Un’eventualità inverosimile? Oggi non più, soprattutto alla luce delle ultime scoperte scientifiche.

Meò 2003, a più di 60 anni dalla pubblicazione de “Lo Hobbit”, è stata fatta una rivoluzionaria scoperta che, con la sua enorme portata scientifica, potrebbe tramutare l'immaginazione di Tolkien... In realtà!

In una caverna di Flores, località insulare dell'Indonesia, sono stati ritrovati i resti di un ominide che, per fattezze, ricorda molto le creature descritte da Tolkien: l'Homo Floresiensis, questo il nome dato al sopracitato ominide, è infatti alto un metro e, benché caratterizzato da gambe corte, era dotato di piedi molto più grandi rispetto alla media... Proprio come gli Hobbit!

Agli studiosi ci è voluto davvero poco per far correre la mente alle avventure nella Terra di Mezzo, alla contea e alle storie così minutamente descritte dal più grande narratore di saghe fantasy. Che l'Homo Floresiensis sia quindi le prova che gli Hobbit sono realmente esistiti? La scienza è divisa, le ipotesi sono molte e il dibattito è ancora aperto. Benché alcuni affermino che l’Homo Floresiensis altro non è che un'esemplare malato di Homo Erectus, altri non hanno paura dell'affermare che possa trattarsi di una specie a parte. Un'ipotesi, quest'ultima, ancora non del tutto accantonata.

Ad oggi, tuttavia, l'ipotesi più accreditata è quella che chiama in causa il cosiddetto "effetto isola", ovvero la tendenza che hanno gli esseri viventi costretti in spazi ristretti (come le isole per l'appunto) ad evolversi in dimensioni molto più piccole rispetto al normale: essendo un'isola una zona dalle risorse limitate, esseri viventi più piccoli hanno più possibilità di sopravvivere, riprodursi e tramandare i propri geni. Questo, unito all'isolamento geografico e genetico, avrebbe favorito lo sviluppo di una specie fisicamente differente da quelle che, fino ad allora, vivevano nelle altre zone del mondo.

Certo, poi non mancano anche le leggende popolari: il folklore dell'Isola di Flores fa spesso riferimento al cosiddetto Ebu Gogo, una sorta di uomo scimmia che, leggenda vuole, sia stato sterminato nel 1700: che si tratti dell'ormai celebre Homo Floresiensis alias lo Hobbit?

La scienza ancora non ha dato una risposta univoca al mistero che circonda questo ominide. Certo è che la fantasia di Tolkien sembra non essere andata a pescare troppo lontano dalla realtà dei fatti. Non ci resta che lasciare aperto uno spiraglio alla cosiddetta "ipotesi Hobbit" e, col tempo, la scienza ci darà le tanto attese risposte.

photo credit: Ryan Somma via photopin cc