Il Templo Mayor

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La costruzione del Templo Mayor fu iniziata nel 1337 subito dopo la fondazione della città, ma il grande santuario venne ricostruito e ampliato almeno altre sette volte, inglobando le strutture piú antiche. L’immensa piramide serviva da supporto a due templi gemelli, uno dedicato al dio della Pioggia Tlaloc e dipinto di colore blu, l’altro consacrato al dio della Guerra Huitzilopochtli e dipinto di colore rosso. Una doppia ripida scalinata portava sulla piattaforma piú alta di fronte ai templi dove venivano consumati i sacrifici di sangue. La piramide del Templo Mayor simboleggia la visione cosmogonica degli Aztechi: il tempio si trova al centro della terra, divisa in quattro parti orientate verso i punti cardinali; al di sopra del tempio si innalzano i tredici cieli del Mondo della Dualità, l’Omeyocan, mentre al di sotto della piramide si celano i nove livelli dell’Inframondo, il Mictlán.

Fu la dea Coyolxauhqui a far scoprire agli archeologi moderni le fondamenta del Templo Mayor rimaste sepolte per quasi cinquecento anni: nel 1978, durante i lavori per la metropolitana di Città del Messico, venne trovata alle spalle della Cattedrale una pesante lastra che raffigurava la dea della Luna fatta a pezzi. Le ricerche degli studiosi si sono concentrate in quell’area – fino ad allora si era creduto che i resti del Grande Teocalli si trovassero sotto lo Zócalo – e gli scavi condotti da Eduardo Matos Moctezuma hanno portato alla luce quasi 80 edifici del recinto cerimoniale tra cui i vari strati della Piramide principale, piattaforme templari, sculture di aquile, giaguari e rettili, teschi, un sacrario dedicato ai guerrieri, un “muro dei crani” (lo tzompantli, una specie di rastrelliera dove gli Aztechi esponevano i teschi delle vittime sacrificate) e piú di 7.000 oggetti tra donazioni votive, ceramiche, gioielli e sculture, in parte di origine azteca, in parte provenienti da altre culture dell’Impero.