Le città delle colline Puuc

tecalli

Oltre a Uxmal nacque nella regione Puuc, tra il VI e il IX secolo, una serie di centri cerimoniali e urbani, collegati tra loro da una vasta rete viaria, i sacbéoob (sacbé significa “strada bianca”), viali diritti, larghi fino a 10 metri e costruiti in posizione leggermente elevata. Uno di questi sacbéoob è ben visibile a Kabáh, dove segna l’ingresso al centro cerimoniale, attraversando un arco monumentale. Il complesso architettonico piú spettacolare di Kabáh è il Codz-Poop, un edificio dal colore dorato costruito sopra una piattaforma, di cui si ignora a tutt’oggi la funzione. Il nome significa “stuoia arrotolata” ed è riferito probabilmente al naso ricurvo del dio della pioggia Chaac, che orna la facciata con 250 maschere, composte ognuna da 30 pietre intagliate. Sulla stessa piattaforma si trova anche il Teocalli, un edificio per le funzioni sacre, dotato di numerosi altari e costruito secondo i dettami dello stile puuc con fasce di doppie colonne sulla facciata e pilastri nei vani delle porte.

Nonostante una certa uniformità dello stile puuc – grandi complessi palaziali a pianta rettangolare, gruppi di colonne alternate a pannelli incorniciati, maschere di Chaac sulla facciata e mosaici di pietra quasi “barocchi” – ognuna delle città si distingue per l’originalità del disegno urbano e per le variazioni degli elementi architettonici: uno di questi centri è Sayil, fondato alla fine del Periodo Classico e che possiede un imponente palazzo costruito su tre terrazze, decorato con lunghe file di semicolonne e pilastri sormontati da capitelli che segnano le porte. Il piano superiore dell’edificio reca una serie di maschere di Chaac, composizioni zoomorfe e rilievi che raffigurano il “dio Discendente»” posti a intervalli regolari.

Poco lontano da Sayil sorge Labná, che fu una delle città piú importanti della regione, colma di grandiosi edifici tuttora visibili. Il gigantesco Palazzo mostra tutti gli elementi classici dello stile puuc ed è formato da un edificio centrale e due corpi avanzati costruiti sopra una terrazza artificiale. Su uno degli angoli arrotondati spuntano le fauci di un serpente dalle quali emerge la testa di una figura umana, simboli delle divinità dell’Acqua e della Fertilità. Un ampio sacbé collega il Palazzo alla piramide del Mirador, dall’alta cresta bianca, e all’Arco di Labná, costruito con una falsa volta maya e affiancato da due ambienti laterali. Sulla fascia superiore dell’Arco sono scolpite due nicchie nella forma tipica delle capanne maya fatte di tronchi d’albero con tetto spiovente di foglie essiccate, come ancora oggi si possono vedere nei villaggi.