Il libro sacro del Popol Vuh

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Le origini, i miti e la storia della civiltà maya ci sono stati trasmessi inoltre da due libri, compilati e trascritti in epoca coloniale: uno è il Popol Vuh (letteralmente, “libro della comunità” o “del consiglio”) o, il testo sacro dei Maya Quiché del Guatemala che raccoglie la genesi, la mitologia e la storia antica per quanto riguarda le migrazioni e il contatto con le culture olmeca, tolteca e maya yucatena; l’altro è il Chilam Balam, una raccolta di cronache maya dello Yucatán in dodici quaderni che contiene testi di carattere religioso, cronologico e profetico.

Il nome Chilam Balam (“colui che è bocca”) era un titolo che veniva dato ai sacerdoti di Maní che interpretavano le volontà divine. I sacerdoti erano una casta privilegiata nell’universo maya e secondo la loro concezione religiosa il mondo era stato creato da entità sovrannaturali e poteva continuare a esistere grazie alle energie divine, alimentate però dalle azioni degli esseri umani. I sacerdoti erano esperti astronomi e per loro vennero eretti numerosi osservatori nei centri cerimoniali, costruiti secondo le leggi dei movimenti astrali. Per misurare il tempo i Maya utilizzavano tre sistemi calcolati sulle osservazioni delle ricorrenze cicliche degli equinozi, dei solstizi, delle eclissi, del passaggio zenitale del sole, della posizione degli astri e delle fasi lunari.