Le calzature

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Il clima ha permesso la conservazione di oggetti realizzati con sostanze vegetali, tra i quali le scarpe, che però non venivano utilizzate da tutti gli egizi.

Le calzature avevano per gli Egizi un significato speciale e il materiale di cui erano fatte le calzature indicava la ricchezza del proprietario. I sandali usati dal sacerdote funerario dovevano essere bianchi, poiché erano simbolo di purezza. I sandali dei faraoni erano d'oro e rituali, ma probabilmente non erano usati spesso, poiché non erano comodi e potevano provocare ferite. Sulle suole dei sandali reali erano disegnati prigionieri, così, appoggiando i piedi, il faraone "calpestava" i propri nemici. I sandali erano conosciuti già dall'Antico Regno (2686-2173 a.C.), ma vennero usati soprattutto a partire dal Nuovo Regno (1552-1069 a.C.). Il disegno era semplice, con la pianta piana più una lista che usciva tra le dita e altre due collocate attorno alla caviglia. Soltanto i sandali del faraone avevano la punta della suola alzata e girata indietro. In genere la popolazione camminava scalza e portava i sandali in mano; i furti delle calzature erano talmente frequenti che al tempo del faraone Unas, della V dinastia (2494-2345 a.C.), la polizia tentava di prevenirli.

Le rive del Nilo erano ricche di giunchi e piante che costituivano la base della fabbricazione dei mobili e delle calzature. La povera gente fabbricava i propri sandali con liste fatte di papiro e paglia. Partendo da strisce intrecciate e da giunchi realizzavano le calzature, che però di solito non utilizzavano poiché andavano a lavorare scalzi, come si vede nei rilievi delle tombe. La maggior parte degli egizi fabbricava da sé le proprie calzature e generalmente le donne si dedicavano a questo lavoro in casa. Però la fabbricazione dei sandali degli alti funzionari o del faraone avveniva nelle botteghe.