I ventagli

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I ventagli, creati imitando le forme della natura, erano simboli di vita e di fecondità. Essi rappresentavano "l'ombra" che, come l'anima e il cuore, costituiva una delle parti dell'essere umano.

Il ventaglio, in egizio shut, compare nel sistema geroglifico dei segni. Avevano la stessa forma dei parasole e si differenziavano da questi ultimi solo per la grandezza. I più diffusi avevano forma di loto e di palma: il primo veniva creato imitando le foglie del loto azzurro ed era realizzato con giunchi o canne, mentre il secondo imitava le foglie della palma da dattero, e veniva costruito con foglie o anche con piume di struzzo. I ventagli a forma di ali di uccello erano frequenti nei rilievi della XI dinastia (2133-1991 a.C.), come quello che compare tra le mani di una schiava sul sarcofago della regina Ashait. L'importanza dei ventagli era simbolica e la decorazione era di carattere rituale. Il ventaglio cerimoniale era solitamente sorretto da un "portatore di ventagli alla destra del re". Questo oggetto, tra l'altro, era un simbolo di vita: esso rappresentava "l'ombra", componente essenziale di ciascuna persona. Era credenza diffusa che i ventagli fossero i responsabili dell'invio delle acque vivificanti del Nilo, che rendevano fertile la terra. Il ventaglio è rappresentato di frequente nell'iconografia reale: esso appare, in genere, nelle mani di un portatore o di un occhio udjat, che assiste il re o Osiride. Il ventaglio cerimoniale è destinato a offrire protezione al monarca e, in modo simbolico, gli offre "il soffio della vita".