La vita in città

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Nelle costruzioni destinate alla vita quotidiana gli egizi utilizzarono materiali deperibili. Le città del tempo dei faraoni, che erano di mattoni crudi, sono scomparse. Ma alcuni siti sono sopravvissuti fino ai nostri giorni ed è stato possibile ricostruire le case e il modo di vivere dei loro abitanti.

Gli insediamenti urbani erano situati vicino al Nilo, ma in luoghi elevati, per evitare la piena del fiume. Nel nucleo centrale della città vi erano grandi spazi per piantare alberi e creare giardini. Grandi viali conducevano al palazzo del re e al tempio, centro della vita religiosa e amministrativa. Gli alti funzionari possedevano ville grandi e sontuose e conducevano una vita agiata. Abitavano in edifici spaziosi, in cui vi erano magazzini, cucine, stalle e alloggi per la numerosa servitù. Nelle abitazioni signorili non mancava mai un giardino con palme e sicomori, dove ci si riposava. Qui si svolgevano i banchetti, allietati dalla musica. Un laghetto forniva acqua per irrigare il giardino e l'orto e permetteva di "navigare" in piccole barche di papiro. I domestici si occupavano del loro signore, cominciando dalla pulizia del mattino. Il padrone di casa si dedicava alle proprie occupazioni, mentre la moglie, dopo aver mandato i figli a scuola, vicino al tempio, dirigeva i lavori quotidiani.

I templi erano gli unici edifici della città costruiti in pietra. I poveri, invece, vivevano in case molto più semplici, costruite in quartieri assai più popolati e arredate con pochi mobili. Queste umili case formavano agglomerati molto fitti, separati da strade strette, senza spazio per giardini; inoltre non avevano alcuna protezione dal calore. D'estate le donne e i bambini trascorrevano la maggior parte del tempo nella terrazza della casa, che fungeva anche da camera da letto. Nei templi veniva utilizzato molto personale per le botteghe artigiane, le cucine o i panifici. Ma la vita in città si concentrava soprattutto nei mercati, dove ogni giorno si praticavano gli scambi commerciali. Da fuori arrivavano contadini, pescatori e cacciatori, che portavano i loro prodotti (ortaggi, pesce, frutta, uccelli) per venderli ai commercianti. In città giungevano anche gli allevatori con i buoi, che venivano macellati per poi vendere la carne. I commercianti di tessuti, i sarti e i conciatori montavano le loro tende in un settore del mercato. I barbieri esercitavano la loro professione all'aperto.

Deir el-Medina, una città di operai

Attraverso gli scavi compiuti nel sito è stato possibile ricostruire quella che doveva essere la vita quotidiana in questo villaggio di artigiani. Le loro case erano minuscole. Nei magazzini c'erano arnesi, abbozzi di lavori, vestiti e alimenti. Gli operai costruivano gli ipogei della Valle dei Re ed erano abili vasai e canestrai. La via principale, larga e spaziosa, attraversava la zona più importante della città. Nel tempio, vicino al palazzo ufficiale, risiedevano i sacerdoti, che oltre a svolgere le funzioni religiose amministravano i numerosi beni del tempio. Nei palazzi, costruiti in mattoni crudi, si trovava la sede del governo. Gli alti funzionari, che si occupavano dell'amministrazione del paese, avevano ville molto lussuose, di solito nella parte centrale della città. Le case dei poveri erano molto piccole e fatte di mattoni crudi. Avevano un solo piano e un terrazzo dove prendere il fresco. Le finestre, molto piccole, erano disegnate in modo che non entrasse il sole. Le strade erano strette e non avevano pavimentazione, per cui erano molto polverose.