Alimentazione e osteoporosi

Verso i 50 anni di età le ovaie terminano la loro funzione per la riproduzione, e smettono di produrre ciclicamente gli ormoni sessuali femminili.

L'organismo di molte donne fatica ad adattarsi a questa nuova condizione, spesso accompagnata da disturbi quali vampate di calore, improvvise sudorazioni, cambiamenti di umore, insonnia, ma anche da un rapido cambiamento dello stato di vitalità e di nutrizione di molti tessuti, in particolare della pelle, che perde elasticità (compaiono le rughe), delle mucose, specie degli organi sessuali (secchezza vaginale), e dell'osso, che tende a farsi più debole e più fragile (osteoporosi).

Al sopraggiungere della menopausa, specie nei primi anni, le ossa diminuiscono considerevolmente il loro contenuto di calcio. Pare logico, quindi, raccomandare, a quest'età (ma anche prima, per non arrivare alla menopausa già con poche riserve), un abbondante apporto di calcio con la dieta. Poiché il latte e i formaggi sono alimenti ricchissimi di calcio (nei formaggi stagionati come il parmigiano si arriva addirittura a oltre un grammo di calcio per cento grammi di prodotto) i medici raccomandano di mangiare tanto formaggio.

Quel che i medici dovrebbero sapere, però, è che la principale causa alimentare di osteoporosi non è la carenza di calcio, bensì l'eccesso di proteine animali. Le proteine animali sono più acide di quelle vegetali (perché più ricche di aminoacidi solforati, metionina e cisteina, maggiormente acidi) e tendono ad acidificare il sangue. L'organismo è molto attento a mantenere un livello di acidità controllato perché ogni squilibrio avrebbe gravi conseguenze (ipereccitabilità neuromuscolare o tetania). Non appena le sostanze acide assorbite con gli alimenti superano la capacità di controllo dei bicarbonati presenti nel sangue, l'osso libera sali basici di calcio per tamponare l'eccesso di acidità.

Le ossa, infatti, non hanno solo funzione di sostegno, ma hanno un ruolo importante nell'equilibrio dei sali minerali. Il tanto reclamizzato formaggio e, in grado minore, il latte bovino sono certo ricchi di calcio ma sono anche un concentrato di proteine animali. Mentre alcuni studi hanno documentato un effetto positivo dei latticini (e di altre fonti di calcio) sulla densità ossea negli adolescenti, non esiste un solo studio che abbia documentato che una dieta ricca di latticini in menopausa sia utile ad aumentare la densità ossea e a prevenire le fratture osteoporotiche.

Vari studi hanno invece osservato che la frequenza di fratture in menopausa è tanto maggiore quanto è maggiore il consumo di carne e latticini. Naturalmente rimane logico garantire un sufficiente apporto alimentare di calcio, purché non provenga dai latticini. Ne sono ricchissimi vari semi, soprattutto il sesamo, usatissimo in Medio Oriente e in Oriente, mentre in Italia è mangiato quasi solo in Sicilia, dov'è chiamato giuggolena e dove viene usato sul pane o per fare croccanti con il vino cotto o con il miele. Molto ricco di calcio è il tahin, o burro di sesamo, raccomandabile anche per la ricchezza in grassi polinsaturi e in fitoestrogeni (in particolare in cumestrolo).

E tanto calcio contengono anche le mandorle, i cavoli, soprattutto i broccoli, i prodotti del mare, soprattutto le alghe (sempre più raramente mangiate in Occidente) ma anche il pesce (soprattutto i pesci piccoli e le zuppe di pesce dove si mangiano anche le lische), i legumi, il pane integrale a lievitazione naturale.

Molti temono che le farine integrali, per la loro ricchezza in acido fitico, che blocchino l'assorbimento del ferro e del calcio, non siano adatte per le persone anemiche e osteoporotiche, ma la lievitazione naturale riduce molto la concentrazione di acido fitico. L'acido fitico, inoltre, in modesta quantità, è tutt'altro che nocivo per la salute (in sistemi sperimentali è un potente inibitore della crescita dei tumori).
 

Infine, è bene ricordare che la salute delle ossa dipende anche da fattori non alimentari, in primo luogo la vita attiva (anche un giovane si ammala di osteoporosi se è costretto a letto per alcuni mesi) e la vita all'aria aperta (se la pelle non prende sole non viene sintetizzata la forma attiva della vitamina D, che aiuta a irrobustire le ossa).