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Toxoplasmosi

Sintomi
Le forme clinicamente manifeste sono caratterizzate da: ingrossamento dei linfonodi, soprattutto quelli cervicali, che sono dolenti alla palpazione, febbre, astenia, dolori articolari e cefalea. Si può associare epatosplenomegalia. Nei soggetti immunocompromessi, in particolare i pazienti affetti da AIDS, si possono avere temibili quadri neurologici (meningite, encefalite, convulsioni, emiparesi ecc.). Si tratta verosimilmente di forme asintomatiche contratte in precedenza e rimaste silenti fino allo sviluppo di insufficienza del sistema immunitario. La toxoplasmosi congenita si esprime solitamente attraverso una corioretinite, con dolore oculare, fotofobia, disturbi visivi fino alla cecità per atrofia del nervo ottico. L'infezione del feto può altresì manifestarsi con quadri di varia gravità a seconda del periodo gestazionale in cui la madre non immunizzata contrae la malattia: quanto più precoce il contagio, tanto più gravi le conseguenze: aborto nel primo trimestre, danni neurologici nel secondo e terzo.

Cause
Il Toxoplasma gondii è il protozoo agente eziologico della toxoplasmosi. L'infezione può verificarsi sia durante la vita embrionale (forma congenita) sia durante la vita extrauterina (forma acquisita). La maggior parte delle forme acquisite decorre in modo silente; può aversi tuttavia una forma acuta nei soggetti con deficit immunitari (AIDS) o sottoposti a terapia immunosoppressiva. Il gatto è l'ospite definitivo del Toxoplasma: in questo animale ha luogo il ciclo sessuale del protozoo, che si conclude con la produzione di cisti che vengono liberate nel terreno con le feci del gatto. In tal modo vengono contaminate erba (poi mangiata da altri animali) e verdure. L'uomo può infettarsi o attraverso le feci del gatto (maneggiandone la lettiera) oppure mangiando carne cruda o poco cotta proveniente da animali infetti o verdure crude non lavate a sufficienza.

Terapia consigliata
Nei casi clinicamente manifesti: pirimetamina e sulfadiazina per via orale a cicli di 20-25 giorni, da ripetersi più volte con intervalli di 2-3 settimane. È sempre preferibile associare a essi un trattamento con acido folico per prevenirne la tossicità midollare. In gravidanza la terapia prevede la somministrazione di spiromicina per via orale in cicli di 20 giorni al mese fino al termine della gestazione.


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