radiodiagnòstica

branca della radiologia che si avvale di metodi e di mezzi basati sull'emissione di radiazioni (radiografia, radioscopia, radioisotopi ecc.) per effettuare esami che possono integrarsi a scopo diagnostico.
Le tecniche radiografiche
Gli esami possono essere condotti senza una particolare preparazione del paziente, oppure previa opacizzazione di organi cavi, o di condotti e cavità normali e patologici, o di vasi, con mezzi di contrasto radiopachi, oppure previa immissione di mezzi di contrasto gassosi. La radioscopia è utile nell'esame della motilità e della funzione di alcuni organi; la radiografia invece permette di ottenere un'immagine precisa e permanente di una data lesione. La tomografia, o stratigrafia, permette di mettere a fuoco uno strato sottile a qualsiasi profondità: si ottiene eseguendo tutta una serie di radiografie in condizioni particolari evidenziando così modificazioni relativamente rapide. Mediante la roentgencinematografia, ossia cinematografando l'immagine radioscopica resa altamente luminosa con particolari accorgimenti, si ottiene una registrazione di immagini praticamente continua. In neurologia l'indagine radiologica comprende: la radiografia delle parti ossee (cranio, colonna vertebrale, encefalo), la pneumografia, la ventricolografia, l'angiografia cerebrale e la mielografia. L'esame radiologico del cuore comprende la radioscopia, la radiografia, l'angiografia, la chimografia e la roentgencinematografia. L'arteriografia, la flebografia e la linfangiografia permettono di visualizzare rispettivamente le arterie, le vene e i vasi linfatici. In endocrinologia, le indagini radiologiche riguardano l'ipofisi, la tiroide, il timo e vengono effettuate spesso con l'ausilio di radioisotopi; eventuali calcificazioni delle ghiandole surrenali possono venire evidenziate con la semplice radiografia dell'addome. L'apparato genitale femminile può essere studiato mediante l'isterosalpingografia. I sistemi osseo e articolare possono essere facilmente esaminati radiologicamente; per il sistema articolare si può ricorrere anche all'introduzione intrarticolare di mezzi opachi o di aria.
La diagnostica per immagini computerizzata
Una tappa di grandissima importanza nello sviluppo delle tecniche di radiodiagnòstica (o di diagnostica per immagini, come si preferisce dire attualmente) è stata compiuta con l'introduzione del computer. Grazie alla sua applicazione è possibile infatti ricostruire, nei minimi particolari e con grandissimo potere di risoluzione, l'immagine delle strutture corporee indagate, trasformando le radiazioni emergenti dal corpo in opportuni segnali elettrici. Attraverso i suoi sofisticati programmi, l'elaboratore elettronico è in grado di visualizzare sottili sezioni corporee (tomografia) in proiezione assiale (cioè dall'alto verso il basso), che consentono di individuare minime differenze di densità, permettendo quindi una migliore identificazione delle alterazioni eventualmente presenti. È stata così possibile la realizzazione della tomografia assiale computerizzata, più nota con la sigla TAC, utilizzata dapprima per lo studio del cervello (TAC cerebrale) e quindi per l'organismo nel suo complesso (TAC total body, o TAC generale). Si è giunti infine alla tomografia a risonanza magnetica nucleare, o RMN, che consente risultati molto più precisi, specialmente per le strutture più profonde. Altrettanto importante è l'uso dell'elaboratore elettronico in campo angiografico: questo particolare abbinamento ha portato alla realizzazione della cosiddetta "angiografia digitalizzata a sottrazione d'immagine", tecnica che consente di ottenere immagini di grande risoluzione relative alle strutture vascolari dei vari organi, con l'introduzione per via periferica di modeste quantità di mezzo di contrasto. Ciò è reso possibile dall'integrazione dell'elaboratore elettronico che opera "cancellando" tutte le immagini relative a formazioni anatomiche non oggetto dello studio (ossa, parti molli ecc.) e dando invece il massimo risalto alle strutture visualizzate dal mezzo di contrasto.