Cura e prevenzione

Gli interventi sanitari più efficaci sono stati possibili non solo mediante azioni di cura sugli ammalati, ma anche, e forse soprattutto, attraverso lo sforzo di impedire che gli individui si ammalassero, cioè con la prevenzione.

È certo, quindi, che il malato intende la medicina come strumento per riconquistare la salute venuta a mancare; sarà invece l'individuo sano a dover pensare alla salute come a un bene da tutelare e mantenere: il miglioramento della salute non si deve tanto a ciò che si fa quando si è ammalati, ma piuttosto a ciò che si fa per rimanere sani.


Certamente tale impostazione rappresenta il risultato di un'evoluzione sociale, economica e di pensiero della società, passata nel tempo attraverso bisogni di salute assai diversi da quello ampio e multiforme, caratteristico di una società sviluppata quale quella italiana di oggi. Tanto è vero che tra i principali concetti contenuti nella vigente legge di riforma sanitaria n. 833, emanata nel 1978, si definisce, per la prima volta ufficialmente, l'insieme dei bisogni e delle competenze professionali a tutela della salute collettiva: infatti, la legge 833 sancisce la necessità di privilegiare la prevenzione delle malattie rispetto alla diagnosi più o meno precoce e alla cura, non solamente attraverso l'opera di medici, che pure resta indispensabile, ma anche di biologi, veterinari, chimici, fisici, sociologi, psicologi, psichiatri ecc., le cui figure professionali vengono contemplate e rese operanti in tal senso.


A riprova di questa nuova considerazione del problema, si pensi che, ancora all'inizio del XX secolo, le preoccupazioni sanitarie più forti in Italia erano costituite dal contenimento del numero di morti per le epidemie infettive. I problemi apparivano perciò di ordine medico e, comunque, i bisogni essenziali alla sopravvivenza (cibo, lavoro, abitazione) avevano priorità assoluta. Oggi, in Italia, la tutela della salute è un obiettivo possibile. Essa deve tendere non più solamente alla sopravvivenza, obiettivo in relazione al quale sono stati registrati importanti successi, ma anche e soprattutto al benessere, e cioè a un lavoro che non comporti rischi per la salute, a un'abitazione sana e di dimensioni proporzionali al numero di abitanti, a un adeguato livello qualitativo del cibo e dell'ambiente.