Le malattie sessualmente trasmesse

Il contatto intimo tra secrezioni maschili e femminili favorisce la trasmissione di alcune malattie (dette veneree o sessualmente trasmesse) che, fino alla Seconda Guerra Mondiale, si identificavano praticamente esclusivamente con la sifilide e la gonorrea.

La diffusione degli antibiotici ha notevolmente ridotto l'incidenza e la serietà di queste infezioni, tuttavia l'avvento della pillola come metodo contraccettivo e l'abbandono dei metodi di barriera come il profilattico hanno fatto emergere altre patologie: l'infezione da HIV (AIDS), da virus dell'epatite B e C, da Chlamydia trachomatis, Trichomonas vaginalis, Candida albicans ed Herpes genitale.

Queste infezioni sono generalmente più frequenti in categorie a rischio quali tossicodipendenti (compresi gli ex e i compagni di questi), partner multipli omo ed eterosessuali, soggetti sottoposti a trasfusioni di sangue ecc.; tuttavia, negli ultimi anni, si sta modificando l'epidemiologia, per cui è opportuna la valutazione anche in soggetti considerati non a rischio.

Accurati controlli prima dell'inizio della gravidanza e durante i nove mesi consentono di evitare o limitare le conseguenze spesso drammatiche della trasmissione delle patologie al feto, in quanto queste infezioni possono essere trasmesse durante la gravidanza o al momento del parto determinando la stessa patologia materna (AIDS, epatite B e C) oppure danni più o meno severi localizzati in organi diversi rispetto a quelli materni (dal banale mughetto della Candida ai danni neurologici irreversibili dell'Herpes).