Misurazione della pressione arteriosa

Attraverso la misurazione della pressione arteriosa si determinano due importanti valori:
- la pressione sistolica, o massima, corrispondente alla fase di contrazione dei ventricoli e alla conseguente spinta del sangue nel circolo arterioso;
- la pressione diastolica, o minima, corrispondente alla fase di dilatazione e di riempimento dei ventricoli.

Tali valori danno informazioni riguardo alla funzionalità cardiocircolatoria, alla massa di sangue circolante e alle resistenze periferiche, permettendo di individuare e controllare situazioni di ipertensione o di ipotensione.


Anche per quanto riguarda i parametri della pressione non esiste una norma generalizzabile a tutti gli individui, in quanto fattori quali il sesso, l'età, il peso corporeo, lo stato emotivo e fisico possono modificarli. Tuttavia è possibile dire che per un individuo adulto vengono considerati normali valori che si aggirino intorno ai 120-140 mmHg per la massima e ai 70-80 mmHg per la minima.


In genere le variazioni della pressione massima non sono preoccupanti, mentre quelle della pressione minima non dovrebbero superare i 90 mmHg, a riposo.
In alcuni casi (per esempio, nei soggetti ipertesi) può rendersi necessario il rilievo frequente dei valori di pressione, che dovrà perciò essere effettuato a casa, con un apparecchio che non presenti difficoltà di uso.
 

I tradizionali misuratori di pressione si compongono di:
- uno sfigmomanometro, costituito da un manicotto di tela, contenente una camera d'aria gonfiabile, collegato a un manometro a colonnina di mercurio o a un manometro a capsula aneroide;
- un fonendoscopio.