Che cosa fare

Evitate e correggete le posizioni scorrette assunte dal malato nel letto, perché dal mantenimento di queste (anche per brevi periodi) possono derivare gravi danni.

Educate il malato a cambiare spesso la propria posizione, autonomamente o con l'aiuto d'altri qualora non gli sia possibile farlo da sé.

Prediligete, in casi selezionati, la posizione seduta o semiseduta per ridurre l'affaticamento del cuore, favorire la respirazione e l'espulsione del muco.

Utilizzare, sotto consiglio medico e per situazioni particolari, calze elastiche (espressamente chiamate antitromboemboliche) per favorire il ritorno venoso, evitando così la formazione di trombi e il distacco di emboli. Tali calze vanno indossate in posizione supina e, per favorire lo scorrimento lungo la gamba, si consiglia di piegare preventivamente le calze in modo opportuno.

Non frizionare mai le gambe del malato perché questo potrebbe favorire il distacco di un trombo formato in precedenza.

Fate bere molti liquidi per evitare danni a carico dell'apparato urinario stimolandone l'attività e per favorire il buon funzionamento dell'apparato gastrointestinale.

Fate alzare gradualmente il malato, facendolo prima sedere sul letto, poi facendolo sedere su un fianco del letto e quindi aiutandolo ad alzarsi in piedi. Ciò evita disturbi quali il capogiro, l'annebbiamento della vista, lo svenimento provocati dall'ipotensione ortostatica: una delle conseguenze più evidenti di una lunga degenza, che provoca riduzione del meccanismo di adeguamento della pressione al variare della postura. Qualora compaiano i disturbi sopraelencati è necessario far ridistendere il malato, sollevandogli momentaneamente le gambe.