Floriterapia

La storia della floriterapia è strettamente intrecciata con quella - dai toni romanzati - del medico inglese di origini gallesi che ha elaborato questo metodo di cura naturale: il dottor Edward Bach (1886-1936). Dopo essersi laureato in medicina nel 1912 e aver praticato la medicina ortodossa (dedicandosi allo studio della batteriologia), Bach si accostò all'omeopatia. Egli condivideva infatti la convinzione, già espressa da Hahnemann, che il paziente fosse il "fattore di maggior momento della propria guarigione", cogliendo così il nesso tra problemi psicologici e malattia fisica.
 

Come omeopata, Bach lavorò per diversi anni presso i laboratori del Royal London Homeopathic Hospital, dove preparò sette nosodi, ossia rimedi per la cura di malattie croniche, ma soprattutto dove prese a elaborare l'idea che la malattia fisica fosse provocata da un atteggiamento mentale negativo, da uno squilibrio di tipo psicologico o emozionale.
 

Se dunque gli effetti fisici sono secondari a uno stato mentale negativo, la medicina dovrebbe concentrare i suoi sforzi sulla rimozione della causa psichica profonda del sintomo e sui modi per realizzare "quell'armonia tra corpo, spirito e anima, che assicura il sollievo e la guarigione".
 

La scoperta di un'insolita facoltà - quella di sperimentare su se stesso le proprietà di una pianta semplicemente tenendo la mano sulle infiorescenze - portò Bach all'individuazione di una serie di fiori curativi che cominciò a somministrare con successo ai suoi pazienti. I risultati ottenuti lo indussero, nel 1930, alla decisione di abbandonare del tutto l'attività professionale, insieme con il suo avviatissimo studio londinese, per ritirarsi in campagna alla ricerca di altri fiori. Tra il 1928 e il 1935 ne selezionò in tutto 38: li suddivise in sette gruppi, le sette differenti aree emozionali per le quali sono indicati (paura, incertezza, insufficiente interesse per il presente, solitudine, ipersensibilità, sconforto, eccessiva premura per il benessere altrui). Non dunque per questa o quella particolare malattia, ma per la causa fondamentale legata alla perdita della salute.
Edward Bach non ebbe in ogni caso una lunga vita: si spense infatti nel sonno a cinquant'anni, nel novembre del 1936, lasciando precise istruzioni per la preparazione dei suoi rimedi floreali.
 

Al di là degli episodi leggendari - come la sorprendente guarigione da un tumore alla milza che gli era stato diagnosticato nel 1917 - Bach fu senz'altro un attento osservatore delle reazioni emotive, degli stati d'animo e del temperamento dei suoi pazienti. E i suoi rimedi floreali costituiscono, in fondo, soprattutto una terapia psicologica.