Francesco, il Papa che viene dalla fine del mondo: la svolta epocale della Chiesa

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E' il primo papa sudamericano della storia, è il primo gesuita a indossare l'abito bianco, è la prima guida petrina a scegliere il nome di Francesco, a immediato riferimento all'omonimo santo, simbolo di povertà e sobrietà. Jorge Mario Bergoglio sembra essere, fin dai primi attimi del suo pontificato, il papa dei primati.

La fumata bianca arriva al quinto scrutinio del conclave, trasmessa in mondovisione ad annunciare l'elezione del nuovo pontefice. Habemus Papam: il nuovo vescovo di Roma viene annunciato alla folla festante radunata in piazza San Pietro con la classica formula in latino. Ma le formule classiche finiscono qui: già dai primi istanti è facile intuire che Bergoglio sarà il papa dell'apertura e del cambiamento.

Non solo il nome scelto, ma anche i gesti e le parole fanno pensare che Francesco rappresenti una vera e propria rivoluzione in Vaticano. Appare sul balcone della grande loggia di San Pietro e chiede alla folla di pregare per lui: un gesto imprevisto e inaspettato per un pontefice, un gesto di rottura rispetto ai classici iter del passato. Un pontefice che non si definisce Papa, ma si riferisce a se stesso come "Vescovo di Roma", un pastore con il quale il popolo potrà camminare insieme.

Un mandato che nasce sotto il segno della sobrietà e dell'austerità: al mondo, Papa Francesco appare senza indossare l'abito corale, ma vestendo il semplice abito bianco; al collo una croce di metallo, e non d'oro come previsto dall'etichetta vaticana.

Bergoglio è un papa che si inchina umilmente ai suoi fedeli, che li saluta con un semplice "buonasera", congedandoli poi con un colloquiale "buonanotte". Le parole della sua prima preghiera sono semplici e facilmente comprensibili, accolte in un silenzio partecipato.

Una storia, quella di Papa Bergoglio, che comincia nella Buenos Aires del 1936 dove, quarto di cinque figli, nasce in una famiglia di umili origini: il padre è Mario Jose, funzionario delle ferrovie, la Madre, Regina Maria Sivori, è una casalinga nelle cui vene scorre sangue italiano.

Nel 1958 la scelta di iniziare il noviziato nella Compagnia di Gesù, per proseguire poi gli studi in filosofia e teologia. Un percorso molto serrato quello di Jorge Mario Bergoglio che, creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2001, risulta essere uno tra i candidati favoriti nel conclave del 2005, durante il quale la fumata bianca vide però l'ascesa di Joseph Ratzinger.

Profondo riformatore, Bergolio è stato sempre attento alle questioni sociali. Fermo nella sua dottrina appare tuttavia rivoluzionario per la sua vicinanza agli "ultimi", per la sua attenzione alle questioni sociali e ai diritti dei poveri. Un binomio importante, una scelta particolare quella che è sortita dal conclave: un nome che diventa atto programmatico e un vincolo al cambiamento.

Francesco sarà forse il papa capace di rinnovare la chiesa dall'interno? Rappresenterà forse un ritorno alle origini spirituali di un'istituzione che, troppo spesso, è stata oggetto di scandali e lotte di potere?