Gli eroi dell'antimafia: la rete ricorda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

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Una delle pagine più nere della storia italiana, un fatto di cronaca la cui eco non dovrà mai spegnersi. Sono passati 19 anni dalla strage di Via D'Amelio, l'attentato in cui persero la vita Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Morti innocenti che andarono ad aggiungersi a quelli di Capaci, nel cui attentato a morire furono invece Giovanni Falcone, sua moglie e tre agenti della scorta.

Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, due magistrati impegnati a combattere la criminalità organizzata: due eroi che hanno sacrificato la vita agli ideali di legalità, il cui lavoro ha permesso di avviare la battaglia contro Cosa Nostra, una battaglia che a quasi vent'anni di distanza non può e soprattutto non deve cadere nel silenzio. Perché sono proprio l'indifferenza, l'isolamento e l'omertà ad essere i principali alleati della mafia, contro la quale non solo i magistrati ma anche i singoli cittadini devono combattere.

Dopo diciannove anni da quelle stragi sono molte le cose ad essere cambiate, ma ancora oggi non ci è dato conoscere la verità e l’identità dei mandanti da assicurare alla giustizia. Dice Rita Borsellino: “Abbiamo continuato a parlare, a denunciare, fino alla nausea. Abbiamo continuato a farlo in questi diciannove anni e questo grido di allarme e di dolore è stato raccolto da qualcuno e ignorato da troppi”.

Un silenzio pesante che oggi verrà spezzato con una maratona web alla quale prenderanno parte Altratv, moltissime micro web TV italiane e i network editoriali del paese. Un percorso di denuncia che vedrà protagonista il documentario intitolato ‘In un altro paese’: novanta minuti densi di fatti e testimonianze attraverso i quali si tenteranno di ricostruire i legami tra Cosa Nostra e lo Stato italiano; un’occasione per dare nuovo lustro al più grande processo anti-mafia mai celebrato, per il quale Falcone e Borsellino si sono strenuamente battuti e per il quale hanno perso la vita. Due magistrati che, oggi, dovrebbero essere considerati eroi.

Ma Falcone e Borsellino sono due persone per le quali, oggi, non esiste ancora una verità. Ecco perché il 19 luglio non deve essere solo il giorno del ricordo, ma anche e soprattutto quello della memoria. Come precisa Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso in via D'Amelio: "Io distinguo tra ricordo e memoria. La memoria per me vuole dire impedire che la gente dimentichi e su queste stragi cada l’oblio".

Un documentario come 'In un altro paese' è un grido di speranza e rottura del silenzio: la sua realizzazione e diffusione a rete unificata sono la prova che oggi gli italiani sono molto più attenti alla storia del proprio paese. E attenzione significa comprensione, verità e speranza: tre parole che tengono alta la bandiera della legalità e viva la memoria del lavoro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.