E' morto Giulio Andreotti: la storia di uno dei più discussi protagonisti della politica italiana

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Il mondo della politica perde una delle figure più influenti, carismatiche e discusse degli ultimi cinquant'anni: Giulio Andreotti si spegne all'età di 94 anni a Roma. Avvicinatosi molto giovane alla politica, Andreotti debutta nella scena politica nazionale a soli 22 anni quando, introdotto da da Alcide De Gasperi, partecipa all'Assemblea Costituente, organo deputato alla stesura di una nuova costituzione per un'Italia diventata ormai Repubblica.

La sua vita politica Andreotti si lega indissolubilmente a quella della Democrazia Cristiana: pur non avendone mai ricoperto la carica di Segretario di Partito, Andreotti è forse stato l'esponente più influente di una coalizione capace di dominare la scena politica italiana fino ai primi anni '90.

Cinquant'anni di dominio politico che si traducono in innumerevoli mandati e incarichi: sette volte presidente del consiglio, otto ministro della difesa, cinque volte ministro degli esteri, tre volte ministro delle Partecipazioni statali, due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria e una volta ministro del Tesoro, ministro dell'Interno, ministro dei Beni culturali e ministro delle Politiche Comunitarie.

Giulio Andreotti è Presidente del Consiglio anche anni di piombo. Dopo il governo Moro, fu Andreotti, infatti, a prendere in mano le redini durante quello che è comunemente ricordato come il 'Compromesso Storico' tra PCI e DC. Un periodo di forte tensione che sfociò in una delle più grandi crisi istituzionali mai affrontate dal mondo politico italiano: il 16 marzo 1978 Aldo Moro fu sequestrato dalle Brigate Rosse, proprio nel giorno in cui il nuovo governo Andreotti otteneva la fiducia in Parlamento.

Una situazione drammatica, nella quale il ruolo di Andreotti è ancora oggi controverso oggetto di un acceso dibattito:il presidente del consiglio sposò infatti una linea d'azione intransigente e ferma, rifiutando ogni possibile trattativa con i brigatisti. La successiva morte di Aldo Moro segnerà duramente la vita politica italiana così come quella di Andreotti che esce temporaneamente di scena per poi tornare a ricoprire cariche ministeriali sono nel 1983, durante il governo Craxi.

Con la morte di Andreotti si chiude una pagina di storia italiana, ed esce definitivamente di scena una delle personalità più influenti della scena politica italiana degli ultimi decenni.

Nonostante le pesanti accuse (tra cui quella di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, ucciso a Roma nel 1979) che hanno talvolta gettato un’ombra sulla sua fama, Giulio Andreotti verrà senza dubbio ricordato per la sua mente brillante ed il suo acume politico, che lo hanno reso un indiscusso protagonista dell'evoluzione della nostra storia.