La teoria del complotto lunare: l'uomo è stato davvero sulla Luna?

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“Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”

20 luglio 1969: la televisione americana trasmette in diretta nazionale i primi passi dell’uomo sulla Luna; il comandante della missione Apollo 11 Neil Armstrong, assieme all’astronauta Buzz Aldrin, effettua il primo allunaggio della storia.

L'allunaggio: un'impresa storica

Un’impresa storica, eroica, che enfatizza la supremazia americana durante gli anni di tensione segnati dalla Guerra Fredda: la corsa allo Spazio è stata definitivamente vinta dagli Stati Uniti. L’allora presidente John Kennedy e il vicepresidente Johnson dimostrano la forza e il carattere della nazione americana, riuscendo oltretutto a esasperare un clima patriottico ai confini del nazionalismo, una forma utopica di Stato in cui i cittadini, operai, borghesi e ricchi industriali si sentono tutti, allo stesso modo, appartenenti alla nazione più forte del mondo.

L’allunaggio ha sicuramente avuto anche un riscontro economico: un tale successo ha favorito il massiccio finanziamento delle missioni successive, senza contare il ritorno di immagine del valore di miliardi di dollari.

Cos'è la teoria del complotto lunare

Nonostante il grande coinvolgimento popolare (grazie soprattutto a mezzi di comunicazione rivoluzionari quali radio e televisione), nel 1976 Bill Kaysing, impiegato presso la Rocketyne, azienda produttrice di motori a razzo che collabora con il Governo durante il "Programma Apollo", introduce per la prima volta il concetto di Complotto Lunare.

Nella sua opera “We never went to the Moon”, Kaysing afferma che la tecnologia degli Anni '60 non era in grado di spedire un equipaggio sulla Luna: i problemi di natura economica della Nasa e il bisogno primario di creare consenso all’interno dell’opinione pubblica avrebbero portato il Governo a fingere l’allunaggio, con l’aiuto di un regista d’eccezione, Stanley Kubrick.

Quelle di Kaysing sono affermazioni importanti, che danno vita a movimenti complottisti sempre più articolati: un numero considerevole di ex impiegati, tecnici ma anche studiosi e giornalisti crede fermamente che l’atterraggio dell’uomo sulla Luna non sia mai avvenuto, che in realtà si tratti di una farsa diretta e interpretata dai più alti funzionari del Governo statunitense.

Nonostante ancora oggi esistano fan accaniti del complotto, la tecnologia avanzata e prove schiaccianti hanno confermato definitivamente l’eroica impresa: manuali tecnici, schemi di progetto, resoconti di missioni, referti medici e comunicazioni ufficiali, migliaia di fascicoli scrupolosi e attenti al più piccolo dettaglio (falsificare tali quantità di documenti sarebbe stato quasi più impegnativo che mandare davvero l’uomo sulla Luna!).

I dubbi (smentiti) dei complottisti

I complottisti più convinti affermano che luci e ombre all’interno del famosissimo video dell’allunaggio non corrispondano alla realtà: questa teoria diventa addirittura oggetto di scherno della celebre serie animata I Griffin, in cui un annoiato Neil Armstrong, mentre lascia il set dopo aver inscenato lo sbarco sulla Luna, si imbatte in un passante che gli chiede come faccia a essere su un set cinematografico quando pochi minuti fa la televisione trasmetteva i suoi primi passi sul satellite terrestre (nella scena successiva Armstrong colpisce il ragazzo e lo carica nel bagagliaio della sua auto, come a voler nascondere le prove).

In realtà il comportamento di luci e ombre sulla superficie lunare è molto differente rispetto a quello che accade sulla Terra, data l’assenza di atmosfera; un altro argomento utilizzato spesso dai detrattori dello sbarco è quello della bandiera: come può sventolare se in realtà sulla Luna non c’è vento? La bandiera, retta da una barra di alluminio e piantata orizzontalmente, ha continuato semplicemente a vibrare dopo essere stata piantata.

E l’impronta del Moon Boot di Armstrong? Come può essere ancora intatta dopo anni? Perché è impressa nella polvere (che non può essere spostata, data l’assenza di vento). Un’ultima, schiacciante prova a favore dello sbarco sulla Luna è sicuramente il consenso russo: l’Unione Sovietica avrebbe fatto di tutto pur di screditare la missione lunare e di recuperare credibilità dopo la clamorosa sconfitta spaziale.

Sicuramente l’idea del complotto è in grado di suscitare grande fascino ma l’ingente quantità di documentazione a favore dell’allunaggio è in grado di confermare quella che è stata una vera e propria rivoluzione dei viaggi spaziali.

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