Venezia 74, Guillermo Del Toro vince il Leone D’oro con “The Shape of Water”

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Mostri, sacrificio, razzismo e speranza: con questi ingredienti Guillermo Del Toro conquista la giuria della 74esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, aggiudicandosi il Leone d’Oro con il film “The Shape of Water”. Leone d’Argento a Xavier Legrand, mentre l’Italia si consola con la Coppa Volpi conquistata da Charlotte Rampling, protagonista di “Hannah”, film diretto dal regista italiano Andrea Palloro.

Il discorso di Guillermo Del Toro
“Ho 51 anni, peso 136 chili e ho fatto 10 film - ha detto durante il suo discorso un commosso Del Toro -. Come narratore, a prescindere dall’età, con un film corri sempre dei rischi, cercando di fare qualcosa di diverso. E’ la prima volta che un regista messicano ottiene questo premio e lo dedico a tutti i filmaker sudamericani che sognano di raccontare attraverso il fantasy”. Il regista di “The Shape of Water” ha subito ribattezzato il premio “Sergio Leone” e, in conclusione del suo discorso, ha voluto consegnare al pubblico il suo credo: “Credo nella vita, nell’amore e nel cinema”.

The Shape of Water” è una favola ultraterrena ambientata intorno al 1962 sullo sfondo dell’America della Guerra Fredda, di Kennedy. All’interno del remoto laboratorio governativo di massima sicurezza dove lavora, la solitaria Elisa è intrappolata in una vita di silenzio e isolamento che viene cambiata per sempre quando lei e la sua collega Zelda scoprono un esperimento segreto.

Un riconoscimento stellare per l’Italia
La Coppa Volpi per Charlotte Rampling non è solo un modo per onorare un’attrice che ha fatto la storia del cinema mondiale attraverso ruoli importanti come quello ne “Il portiere di notte” di Liliana Cavani. Infatti, è anche la consacrazione ultima del profondo legame tra l’attrice americana e il cinema italiano, che ne ha fatto la fortuna. “Hannah” è la storia di una donna che, dopo quarant’anni di vita matrimoniale, si ritrova a fare i conti con la solitudine e l’angoscia dell’arresto del marito per un crimine terribile.

“Nessuno sa come è finché non ci si trova, non posso dirvi la mia emozione. Soprattutto quella di ricevere questo premio in Italia (consegnatole da Jasmine Trinca, ndr.), mia assoluta fonte di ispirazione - ha dichiarato Rampling -. Sono venuta qui a 22 anni con Gianfranco Mingozzi e tornata negli anni con Visconti, Cavani, Amelio, Celentano e la gioia è di essere di nuovo qui con la nuova generazione di registi come Andrea e il suo bellissimo film”.

Doppietta per l’esordiente Xavier Legrand
Al suo debutto alla Mostra del Cinema di Venezia, Xavier Legrand conquista sia il Leone del futuro sia il Leone d’argento per la miglior regia con “Jusqu’à la garde”, storia di violenza familiare raccontato in un thriller adrenalinico che tiene il pubblico con il fiato sospeso, unendo l’obiettivo di denuncia sociale. “Mi si chiede spesso perché [ho scelto] un tema così duro per un primo film – ha spiegato il regista sul palco - ma non potevo aspettare un secondo per l’urgenza che avevo di trattare un tema come la violenza sulle donne”.

Le parole di Alessandro Borghi e della presidente Annette Bering
“Abbiamo preso seriamente il nostro compito, parlato apertamente, ascoltato con attenzione e ci siamo divertiti – ha detto a nome di tutta la giuria la presidente Annette Bering, prima di assegnare i premi - siamo venuti per celebrare il miglior cinema da tutto il mondo che ne conferma l’abilità magica di illuminarci e rinnovare la nostra anima”. Insieme ad Annette Bering, in giuria erano presenti: Ildikó Enyedi, Michel Franco, Rebecca Hall, Anna Mouglalis, Jasmine Trinca, David Stratton, Edgar Wright e Yonfan.

Alessandro Borghi, “madrino” impeccabile della cerimonia, ha regalato al pubblico un ricordo della sua personale esperienza come uomo immagine del Festival, chiudendo le sue considerazioni dicendo “prima di essere grandi attori dovremmo cercare di essere discreti esseri umani”. Infine, ha ricordato il defunto regista Claudio Caligari, per cui ha interpretato il personaggio di Vittorio nel film “Non essere cattivo”.