Disoccupazione giovanile: il rapporto Almalaurea sui laureati italiani

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Università e lavoro, due ambiti indissolubilmente legati tra loro che spesso faticano però a trovare un punto d'incontro a causa del crescente tasso di disoccupazione. Un ambito, quello sopra descritto, di cui si occupa Almalaurea, recentemente uscita col suo annuale rapporto sull'occupazione in Italia.

Il XIII rapporto di Almalaurea fa purtroppo emergere uno scenario poco rassicurante per tutti coloro che, dopo aver terminato la carriera universitaria, si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro.

L'indagine del consorzio, che ha coinvolto 400mila laureati nel 2009, 2007 e 2005, mostra tre aree che, sopra ogni altra, risultano essere piuttosto spinose: il sud Italia, le donne laureate e il gruppo formato dai più giovani sono infatti gli ambiti in cui occupazione e giusta retrubuzione sono problemi evidenti. Una situazione che appare però preoccupante anche nel quadro generale, poiché i tassi di disoccupazione giovanile hanno raggiunto ad oggi quota 30% in tutta la penisola italiana.

Ma procediamo con ordine: tra i laureati, si registrano differenze di occupazione anche in base alla durata degli studi. Il livello massimo di occupazione lo si ritrova tra il laureati triennali, dei quali il 71% ha un lavoro; di coloro che, invece, affrontano anche il biennio specialistico, si registra un'occupazione del 56%; la percentuale più bassa la si ritrova nel gruppo di coloro che hanno affrontato la laurea a ciclo unico, il cui livello occupazionale si aggira intorno al 37%.

Tuttavia, anche per quelli che lavorano la situazione non è tra le migliori: si fa nuovamente strada, infatti, il fantasma del lavoro nero, ovvero di coloro che lavorano senza contratto.

Altro trend in negativo è quello rappresentato dalle retribuzioni, che si abbassano ulteriormente, andando così a perdere potere d'acquisto.

Per quanto riguarda, invece, le differenze tra nord e sud Italia, in questi anni la situazione appare immutata: in termini di disoccupazione, il sud detiene sempre il primato, con dieci punti percentuali di differenza rispetto al Nord.

Un altro ambito che fa riflettere riguarda le differenze di occupazione e retribuzione che interoccorono tra i due generi: sono le donne ad essere penalizzate sul mercato del lavoro, sia in termini di occupazione che di retribuzione.

Uno scenario tutt'altro che roseo che, però, mostra quanto sia importante una laurea al giorno d'oggi: il Consorzio Interuniversitario di Almalaurea, infatti, precisa che i laureati rispondo meglio al mercato del lavoro rispetto ai diplomanti. La motivazione va ricercata nella presenza, nei laureati, di quegli strumenti culturali e professionali che fanno meglio reagire ai cambiamenti che avvengono all'interno del mercato del lavoro.