Perché le donne hanno meno senso dell'orientamento degli uomini?

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Ebbene è vero: le donne faticano a orientarsi molto più degli uomini, ma perché? La colpa è dell’evoluzione e degli uomini primitivi.

Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista “Evolution and Human Behaviour” il più antico motivo di questa differenza tra donna e uomo risiede nel fatto che quest’ultimo tendeva a viaggiare maggiormente fin dai tempi più antichi, fin da quando eravamo più simili alle scimmie che agli uomini, spinto dal bisogno di accoppiarsi con più donne. Mentre queste ultime tendevano ad essere più sedentarie, poiché dovevano badare ai figli che ovviamente necessitavano di stabilità e cure.

Arrivando ai primi insediamenti stabili possiamo notare come fosse sempre l’uomo ad allontanarsi dal villaggio andando a caccia. L’abitudine di dover esplorare luoghi diversi ha modificato l’abilità del cervello maschile di percepire lo spazio, così come lo stare in un luogo fisso ha modificato quello femminile.

Approfondendo questo aspetto anatomico possiamo notare come l’uomo di fronte alla necessità di orientarsi attivi maggiormente l’ippocampo sinistro (l’area adibita alla formazione di nuove memorie riguardanti il vissuto di una persona), che si trova nella profondità del cervello, mentre la donna si affidi alla corteccia parietale e prefrontale destra (le due aree del cervello solitamente si attivano contemporaneamente per le funzioni che definiamo “intelligenza”, cioè l’apprendimento, la memoria, la percezione, la rielaborazione, la formulazioni di idee etc.). Quindi possiamo dire che la donna quando deve orientarsi in un posto sconosciuto analizza la situazione come un problema complesso da risolvere, mentre l’uomo reagisce in modo più istintivo, poiché la sua abilità di orientarsi è già sedimentata nei suoi geni e aggiunge solo informazioni nuove a quelle già presenti.

È palese infatti che gli uomini hanno bisogno di pochissimi punti di riferimento, poiché il loro cervello riesce ad astrarre lo spazio e a decidere una rotta spaziale indipendentemente da ciò che incontra effettivamente sulla strada. Quante volte avrete sentito un uomo dire: “Non so come arrivarci ma so che devo andare in quella direzione!” un po’ come Colombo. Mentre le donne, abituate a vedere sempre il medesimo luogo, faticano ad astrarre lo spazio tanto da analizzare la situazione come un problema complesso da risolvere, per cui necessitano di molti punti di riferimento e quando questi cambiano o vengono a mancare devono rielaborare il tutto, poiché mancano della capacità di vedere oltre un incrocio, un palazzo o una deviazione per “andare in quella direzione” come gli uomini.

Dobbiamo tenere anche in conto che nella storia è sempre stato l’uomo ad alimentare questa capacità di orientarsi: pensiamo alla fondazione e all’ampliamento dell’Impero Romano, alla navigazione dei Vichinghi, alla scoperta dell’America e ai viaggi dei conquistadores, all’evangelizzazione missionaria cristiana, allo spingersi nel selvaggio Far West, al paracadutismo militare e alle Guerre Mondiali. L’opportunità di mettere a frutto il senso dell’orientamento è stata sempre negata alla donna nei secoli passati a causa della struttura sociale e del potere maschile su di essa.

Quindi uomini non deridete le vostre compagne quando vi chiamano disperate perché il semaforo che è sempre stato lì, e lo è ancora probabilmente, non c’è più e non sanno dove andare…alla fine l’avete voluta un po’ anche voi così la donna!

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