Quali sono le risorse minerarie sotto gli oceani?

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Il recupero di minerali dal fondo del mare e la nostra conoscenza di nuove fonti di minerali marini si sono sviluppate rapidamente negli ultimi decenni.

Lo sfruttamento commerciale degli elementi minerali marini è stato finora limitato prevalentemente ai depositi provenienti da erosione meccanica e chimica delle rocce continentali, trasportati verso l’oceano principalmente dai fiumi. Queste risorse sono i depositi di materiali usati nelle costruzioni (cemento), come sabbia, ghiaia e materiali calcari, facilmente estraibili in tutto il mondo con l’impiego di apposite navi per dragare il fondo marino, e si trovano in zone relativamente poco profonde al largo del mare.

Altre risorse naturali, più recenti, derivano invece da processi naturali che si verificano sotto gli oceani, spesso in acque profonde, al di là del limiti delle giurisdizioni nazionali.
Le condizioni di estrazione dove l’acqua è profonda migliaia di metri sono difficili, la pressione dell’acqua è centinaia di volte superiore alla pressione atmosferica a livello del mare, la temperatura dell’acqua è di 2-3 °C e le onde di luce e quelle radio riescono a malapena a penetrare attraverso l’acqua. Esplorare queste acque richiede perciò una varietà di attrezzature, macchinari e metodi particolarmente avanzati.

Dalla fine dell’800, quando iniziarono le prime iniziative di sfruttamento dei depositi costieri di petrolio e gas della California, siamo passati alla prospezione da piattaforme galleggianti in oceano aperto, con trivelle capaci di estrarre petrolio fino a 5000 metri di profondità.
Dei minerali non solidi sotto il mare i combustibili fossili, come gas e petrolio, vengono sfruttati in acque superficiali o profonde, al largo delle coste di quasi tutti i continenti con una produzione del valore di 100 miliardi di dollari all’anno. Giacimenti di noduli di manganese sono semisepolti nelle piattaforme di sedimenti, in alto mare, a una profondità di 4000-6000 metri.
Questi noduli sferici o ovali (2-15 centimetri di diametro) sono costituiti da ossidi di manganese di solito accompagnato da nichel, rame e cobalto: si usano in agricoltura come fertilizzanti.
Croste di manganese-cobalto, che ricoprono le pendici superiori di montagne sottomarine, giacciono a una profondità tra 800 e 2400 metri e contengono nichel, rame, cobalto e manganese. Subordinatamente allo sviluppo di un’adeguata tecnica mineraria e di un'efficiente tecnologia di raffinazione, si stima che un sito minerario di questi fondali potrebbe fornire fino al 25% del mercato globale annuale del cobalto, usato per fare materiali resistenti alla corrosione, lampadine, leghe metalliche forti e vernici.

Depositi idrotermali di solfuri presentano metalli pesanti derivati da acqua calda in uscita dal fondale marino lungo le dorsali oceaniche a una profondità di 1500-4000 metri. Essi contengono rame, piombo, zinco, oro e argento. Centinaia di miliardi di tonnellate di terre rare, minerali come l’ittrio e i lantanidi, indispensabili nella fabbricazione di molti prodotti elettronici high-tech e nelle tecnologie ecologiche, sono stati monitorati tra i 3500 e i 6000 metri al di sotto della superficie dell’oceano, distribuiti su un’area che copre quasi tutta l’estensione dell’oceano Pacifico.

L'oro viene estratto in Alaska, mentre lo stagno continua a essere estratto in siti vicino alla Thailandia, al Myanmar e all’Indonesia.
Una fiorente industria estrattiva del diamante si sviluppa fuori della Namibia e nella costa adiacente al Sudafrica, a 200 metri di profondità, con estrazione di 570 000 carati registrati nel 2001, dal principale produttore olandese De Beers Marine.

Tra le più promettenti nuove fonti di energia l’idrato di metile, è presente nei bacini sottomarini di tutto il mondo, dove, una volta perfezionata la tecnica di estrazione, le riserve stimate di questa fonte energetica potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico del mondo per secoli.
L’Autorità internazionale dei fondi marini è l’organo internazionale che elabora le normative applicabili alle estrazioni in mare aperto cui si sottopongono circa 155 paesi nel mondo. Fino ad oggi si stima che poco più del 5% dei fondali sia stato esplorato con sistematicità.