Il caravaggismo

Dalla lezione di realismo e naturalismo di Caravaggio, alla cui base era lo studio diretto del vero ma anche una profonda capacità trasfigurante, si sviluppò il filone realista di tutta l'età barocca, non solo in Italia ma anche in Francia, in Spagna e soprattutto nei Paesi nordici.

Nella serie di seguaci che raccolsero e interpretarono in modo differente il linguaggio di Caravaggio, si ricordano: Bartolomeo Manfredi (1580-1620 ca); i romani Orazio Borgianni (1578-1616), Domenico Fetti (1589-1624) e Michelangelo Cerquozzi (1602-60); il veneziano Carlo Saraceni (1579-1620); il bergamasco Viviano Codazzi (1604-70); lo spagnolo Jusepe de Ribera (1591-1652); il tedesco Adam Elsheimer (1578-1610); i francesi Jean Valentin (1594-1632), la famiglia Le Nain e Georges de La Tour (1593-1652); gli olandesi  Pieter Van Lear (1592-1642), J. Vermeer e l'olandese  Gerrit Van Honthorst (1590-1656); il grande fiammingo  Pieter Paul Rubens.

 

Orazio Gentileschi

Orazio Gentileschi (Pisa ca 1565 - Londra 1639) compì la sua formazione artistica a Firenze. Trasferitosi a Roma nel 1585, vi conobbe Caravaggio. Negli affreschi in S. Maria Maggiore (1593) non si avverte ancora l'influenza del naturalismo caravaggesco, evidente invece nel Battesimo (ca 1605, S. Maria della Pace). A tale naturalismo Gentileschi era ampiamente predisposto, come è dimostrato dai luminosi affreschi di Palazzo Pallavicini (1611-12), da La Madonna pone il Bambino in braccio a S. Francesca Romana (Urbino, Galleria Nazionale delle Marche), dai Tre santi martiri (Milano, Brera). Nel 1626 si stabilì in Inghilterra, dove dipinse in varie repliche il Riposo durante la fuga in Egitto (copia migliore a Vienna, Kunsthistorisches Museum) e il Ritrovamento di Mosè (1630, Madrid, Prado).

 

Giovanni Serodine

Giovanni Serodine (Ascona 1594 - Roma 1630) fu forse il pittore e scultore più originale tra i seguaci italiani di Caravaggio. Nei quadri giovanili della Parrocchiale di Ascona (Chiamata dei figli di Zebedeo; Invito a Emmaus, 1623) è già percepibile l'influsso caravaggesco, che ancor meglio si chiarisce nelle successive opere eseguite per la chiesa romana di S. Lorenzo fuori le Mura (Decollazione di S. Giovanni, 1625, Roma, Palazzo Venezia; Elemosina di S. Lorenzo, 1625, Sermoneta, Abbazia di Valvisciolo).