Neoclassicismo

Il neoclassicismo è il movimento artistico sviluppatosi in Europa tra la seconda metà del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento, negli anni tra lo scoppio della Rivoluzione francese (1789) e la caduta di Napoleone (1815). La sua maggior diffusione fu comunque legata alle fortune napoleoniche.

Il contributo dell'illuminismo e dell'archeologia

Ciò che distinse nettamente il neoclassicismo da precedenti riferimenti al grande patrimonio della classicità, è che esso si pose esplicitamente, per la prima volta, il problema di una teorizzazione dell'arte. Non a caso intorno alla metà del sec. XVIII si formò un'autonoma scienza dell'arte, cioè l'estetica (teorizzata dal filosofo tedesco Alexander Gottfried Baumgarten, 1714-62), e vennero così affermati l'autonomia del fare artistico e il suo riferirsi a ideali, canoni e modelli specifici del suo ambito, cioè estetici. La teorizzazione neoclassica culminò negli scritti dell'archeologo tedesco Joham Joachin Winckelmann (1717-68; Storia dell'arte nell'antichità, 1764): proprio la razionalità illuminista è alla base della scelta di un modello di bellezza ideale, rintracciato nell'arte greca. Al costituirsi di tale modello contribuirono notevolmente le scoperte archeologiche e la diffusione di pubblicazioni sulle antichità greche.