Il barocco in Lombardia

I cardinali Carlo e Federico Borromeo fecero di Milano, anche sotto il profilo artistico, il centro più vivo della Controriforma in Italia. Nella seconda metà del Cinquecento prevalse un manierismo esteriore di derivazione romana con gli architetti F.M. Richini e Pellegrino Tibaldi (1527-96), che realizzò le chiese di S. Fedele (1569) e S. Sebastiano (1577); con i pittori Ambrogio Figino (ca 1548-1608) e Giovanni Paolo Lomazzo (1538-1600), autore anche di fondamentali trattati sulla pittura; con lo scultore Leone Leoni, detto l'Aretino (1509 ca-1590), autore della facciata della Casa degli Omenoni (1565) e celebre medaglista. Nei primi decenni del Seicento fiorì in Lombardia la più importante scuola neomanieristica italiana (Cerano, Morazzone, G.C. Procaccini). In campo architettonico F.M. Richini e Fabio Mangone (1587-1629), autore dell'Archivio di Stato (1602) e del Palazzo delle Stelline, svilupparono gli esempi cinquecenteschi.

Il Cerano

Giovanni Battista Crespi, detto il Cerano (Cerano ca 1575 - Milano 1633), pittore scultore e architetto, fu uno dei massimi artisti del periodo in cui si andò codificando un'arte religiosa direttamente guidata e voluta dagli uomini della Controriforma.

La religiosità della Controriforma si unisce in lui a una resa della natura di schietta tradizione lombarda nel Voto dei santi francescani (1600), di cui restano gli ovali con la Vita di S. Francesco (Milano, Castello Sforzesco). Nel 1601 al servizio del cardinale Federico Borromeo iniziò un lungo periodo di attività (Trinità e santi, ca 1605, Pescarenico, parrocchiale; Pietà, 1610, Novara, Museo Civico; Crocifissione, 1610, Mortara, S. Lorenzo). Fra il 1602 e il 1609 eseguì lavori per S. Maria presso S. Celso.

Contemporaneamente alla richiesta di canonizzazione del beato Carlo Borromeo, il Cerano dipinse i quattro teloni con Storie del beato Carlo (1602-03, Milano, Duomo). Nel 1610, per l'avvenuta canonizzazione eseguì i celebri Miracoli di S. Carlo (Milano, Duomo). Negli anni seguenti ricoprì incarichi come architetto, eseguì sculture e una serie di pale d'altare caratterizzate da un impianto accentuatamente teatrale e da un colorismo smagliante (Battesimo di S. Agostino, 1618, Milano, S. Marco; Gionata rompe il digiuno comandato, ca 1619, Milano, S. Raffaele). Negli ultimissimi anni ritornò a una rigorosa drammaticità, espressa in toni sempre più cupi, che culmina nella Crocifissione (1628, Venegono, Seminario Arcivescovile).

Il Morazzone

Pier Francesco Mazzuchelli, detto il Morazzone (Morazzone, Varese, 1573 - ? 1626), compì la sua formazione pittorica a Roma adottando uno stile tardomanieristico. Tornato in Lombardia (1598), riprese i modelli severi e patetici dei Procaccini e del Cerano. La sua attività di affrescatore si svolse a Milano (Rinuncia ai benefici ecclesiastici, per la serie delle grandi tele dedicate alla vita di s. Carlo Borromeo in Duomo), a Como (Caduta degli angeli ribelli, Museo Civico), a Novara (Allegorie e Profeti, Cappella della Buona Morte in S. Gaudenzio), a Varese (Storie della Vergine, cappella del Rosario in S. Vittore) e in altri centri della pianura piemontese e lombarda. Tra i più alti e importanti risultati artistici del Morazzone si pongono gli affreschi eseguiti per il Sacro Monte di Varallo e per quello di Varese.

Giulio Cesare Procaccini

Giulio Cesare Procaccini (Bologna 1574 - Milano 1625) risulta una personalità più interessante e originale del fratello
Camillo (Bologna ca 1551 - Milano 1629), pittore celebratissimo a Milano. Giulio Cesare fu aperto alle suggestioni dei contemporanei lombardi Cerano e Morazzone, elaborando una sua particolare vena di religiosità malinconica e dolce, visibile nelle tele con Miracoli di S. Carlo (1610, Milano, Duomo) e la Circoncisione (Modena, Galleria Estense).

Francesco Maria Richini

Francesco Maria Richini (Milano 1584-1658) dominò per quasi cinquant'anni l'architettura milanese, realizzando nelle sue opere maggiori quella particolare fusione tra manierismo e barocco che caratterizza l'architettura lombarda della prima metà del Seicento. Nel 1603 disegnò la prima pianta planimetrica di Milano. Diresse poi i lavori di S. Alessandro e presentò due progetti per la facciata del Duomo, di cui divenne capomastro nel 1605. Tra le altre opere milanesi si segnalano il chiostro e doppio scalone del convento di S. Simpliciano (1620-23); lavori (dal 1625) al cortile maggiore e alla chiesa dell'Ospedale Maggiore, detto Ca' Granda, oggi Università Statale; facciata del Palazzo del Senato (1627); Palazzo Annoni-Cicogna (1631); Palazzo Durini (1644-48); Palazzo di Brera; chiesa di S. Maria alla Porta (1651-52). Fuori Milano realizzò la chiesa e parte del seminario di S. Carlo ad Arona; il compimento del Duomo di Busto Arsizio, la chiesa di S. Benedetto a Crema, il completamento del Collegio Borromeo a Pavia.