Il termine e il giudizio critico

Il termine barocco deriverebbe dalla parola portoghese barroco, indicante un tipo di perla di forma irregolare. Nel Settecento il termine barocco venne impiegato dalla critica d'arte per indicare il gusto aberrante e ampolloso degli architetti, pittori e scultori del Seicento. Il romanticismo non mutò sostanzialmente tale giudizio negativo, pur attenuandone il tono. Una vera e propria rivalutazione critica organica si ebbe, tra il 1888 e il 1915, per opera dello svizzero H. Wölfflin (1864-1945), il quale definì il barocco come categoria e polo ineliminabile della vita dell'arte, tale da contrapporsi con uguale dignità al concetto di classico, avvertito come altro polo e non più come l'unica realtà dell'arte.

 

Caratteri generali

La crisi estetica e conoscitiva del manierismo , quella religiosa e politica della Controriforma stimolavano a una critica dei canoni classici e a forme di espressione che rivalutassero sentimento e apparenza, fantasia, estro e ricerca del nuovo. Le caratteristiche del barocco sono riassumibili nella ricerca degli effetti cromatici e luministici, nel dinamismo compositivo, nella ricchezza dell'ornato e nell'uso dei materiali (stucchi, bronzi e marmi policromi), nelle grandiose scenografie dei prospetti e degli interni di chiese e palazzi, nell'illusionismo prospettico e nelle finte architetture che danno vita ai "trionfi" e alle allegorie, nelle sistemazioni urbanistiche che tendono a creare un'immagine unitaria delle città, nella predilezione per le linee ondulate (anche nelle piante delle chiese). Lo spazio in architettura si fece avvolgente e organico; la prospettiva, illusiva e scenografica; gli edifici sono aperti in un dialogo continuo con l'ambiente urbano o con il paesaggio; la scultura è sempre in rapporto dinamico con lo spazio che la ospita. Pittura e scultura s'inseriscono nell'architettura modificandola in senso decorativo; la luce, elemento essenziale nello spazio barocco, irrompe nelle navate delle chiese a esaltarne le strutture.

Da questi aspetti essenziali non va disgiunta la profonda rispondenza del nuovo stile alla realtà storica nella quale crebbe e si sviluppò. Le monarchie assolute (Spagna e Francia) e il papato controriformista contribuirono con precetti e imperativi categorici alla determinazione di alcune forme dell'edilizia ecclesiastica e di corte. Ne è esempio la tipologia della chiesa a navata unica, sul modello della Chiesa del Gesù, costruita a Roma da Jacopo Barozzi, detto il Vignola (Vignola 1507 - Roma 1573), che fu architetto e trattatista e svolse una vasta ed intensa attività a Roma (dal 1549) sia al servizio dei Farnese per i quali realizzò (1559-73) la Villa Farnese a Caprarola, sia del papato (diresse i lavori per la villa di Giulio III e dal 1565 la fabbrica di S. Pietro).