Simbolismo

Il simbolismo fu un movimento emerso nella pittura moderna verso il 1890, durante il periodo postimpressionista. All'idea di ricerca e di progresso propria del realismo ottocentesco, esso sostituì quella di una continua aspirazione alla trascendenza. I maestri della nuova generazione furono G. Moreau, O. Redon e R. Bresdin. La nuova estetica prese le mosse in Francia in campo letterario con Baudelaire, Mallarmé, Verlaine, Rimbaud. In questo momento di vivo fermento culturale intervenne nell'ambito simbolista P. Gauguin già in contatto con i poeti simbolisti.

Quasi contemporaneamente, in relazione più o meno stretta col simbolismo francese, si manifestarono analoghe tendenze in altri paesi europei: in Inghilterra, dove un avvio era stato dato dai preraffaelliti , con l'estetismo vittoriano di Aubrey Beardsley (1872-98), in Olanda con Jan Toorop (1858-1928), in Svizzera con Ferdinand Hodler (1853-1918), in Germania con Alfred Kubin (1887-1959). Un altro centro simbolista fu poi Vienna, dove attorno a G. Klimt si raccolse un folto gruppo di artisti che nel 1897 fondarono il movimento della secessione viennese.

 

Paul Gauguin

Paul Gauguin (Parigi 1848 - Hiva Oa, Isole Marchesi 1903) iniziò la sua parabola artistica nel 1883, abbandonando la redditizia attività di uomo d'affari. A questa scelta contribuì l'amicizia con Pissarro, che gli aveva fatto conoscere gli impressionisti e con i quali espose nel 1880 e nel 1886. Inoltre, importanti per la formazione dell'artista furono i numerosi soggiorni in Bretagna, a Pont-Aven e a Le Pouldu, dove approfondì e formulò i principi del cloisonnisme e del sintetismo, l'amicizia con Van Gogh, il viaggio ai Tropici nel 1887 e quello a Papeete e a Mataieu (1891-93), gli incontri con i letterati simbolisti. Sono di questo periodo opere quali La lotta di Giacobbe con l'angelo (1888), Il Cristo giallo (1889), Il Cristo verde (1889), La belle Angèle (1889), che rivelano le suggestioni dell'ambiente bretone e l'importanza che esso ebbe per svincolare Gauguin dal naturalismo impressionistico (importante è la sua meditazione sulle opere di Cézanne). Le composizioni presentano una severa schematizzazione, in cui la tensione ritmica della linea, che racchiude le zone vibranti di colore, riporta all'arte medievale delle vetrate.

In seguito Gauguin trasformò il colore in assolutezze astratte, che hanno il potere di evocare simboli e di suscitare sensazioni di mondi lontani e misteriosi: Ta Matete (1892, Basilea, Kunstmuseum); Donne tahitiane sulla spiaggia (1891, Parigi, Musée d'Orsay); La ragazza con il fiore, Marahi Metua No Tehamana (New York, collezione Stephen C. Clark), Manaö Tupapaü. Nel 1895 Gauguin lasciò la Francia per sempre: fino al 1901 rimase a Tahiti, poi si stabilì, fino alla morte, a Dominica, attuale Hiva Oa, nelle isole Marchesi. A questo periodo appartengono i capolavori Navenave Mahana (1896, Lione, Musée des Beaux-Arts), Donde veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (1897, Boston, Museum of Fine Arts), Il cavallo bianco (1898, Parigi, Musée d'Orsay), Fanciulle tahitiane con fiori di mango (New York, Metropolitan Museum), Racconti barbari (1902, Essen, Folkwang-Museum), in cui l'artista sembra afferrare un senso universale del divino attraverso la rievocazione e la raffigurazione di idoli e di miti.

 

Moreau e Redon

Gustave Moreau (Parigi 1826-1898) ebbe una formazione neoclassica, ma furono importanti l'incontro con i preraffaelliti e il viaggio che compì nel 1857 in Italia, dove studiò la pittura del Quattrocento e del Cinquecento. Nel 1864 espose al Salon Edipo e la Sfinge (New York, Metropolitan Museum). Incline per natura a un linguaggio simbolico, manifestò questa tendenza nel dipinto a olio La danza di Salomè (Parigi, Musée G. Moreau) e nell'acquerello L'apparizione (Parigi, Louvre, Gabinetto dei disegni). Nel 1884 iniziò la grande tela Le Chimere, nel 1890 Orfeo; nel 1896 eseguì Giove e Semele, tutte al Musée G. Moreau a Parigi, come la maggior parte dei suoi dipinti.

Odilon Redon (Bordeaux 1840 - Parigi 1916), incisore oltre che pittore, appartenne alla generazione degli impressionisti, distinguendosene tuttavia per la realizzazione attraverso litografie e disegni delle sue visioni inquiete e misteriose della realtà interiore (album di litografie Nel sogno, 1879; Le origini, 1885; illustrazioni per la Tentation de St-Antoine dello scrittore G. Flaubert, 1888, e dei Fleurs du mal del peota Ch. Baudelaire, 1890), che lo pongono tra i precursori del simbolismo.

 

La Scuola di Pont-Aven e i Nabis

Attorno alla personalità di P. Gauguin tra il 1886 e il 1890 si riunì, nella località di Pont-Aven, un gruppo di artisti che diede vita a un movimento di ispirazione simbolista, sfociato poi in quello dei Nabis. Ne furono principali esponenti: Émile Bernard (1868-1941), Charles Laval (1862-1894), Maurice Denis (1870-1943), H. de Chamaillard. Reagendo all'impressionismo e intendendo superare il carattere provvisorio della sua visione, i principi della scuola si basavano sulla sintesi, sull'esaltazione della superficie piana decorativa e sulla soppressione della prospettiva e dello spazio naturalistico. Gauguin e Bernard elaborarono una particolare tecnica (cloisonnisme) a campiture, suggerita loro dal primitivismo a stesure piatte e inquadrate dal segno nero tipico delle vetrate a incastro delle chiese bretoni. Un dipinto in particolare di Gauguin è considerato il punto di avvio del nuovo stile sintetico (sintetismo): La visione dopo il sermone, noto anche come La lotta di Giacobbe con l'Angelo (1888, Edimburgo, National Gallery of Scotland).

Nell'ottobre del 1888 con il nome di Nabis (dall'ebraico nabi, profeta) un gruppo di giovani pittori francesi formarono un sodalizio con presupposti estetici e formulazioni pittoriche molto aderenti ai principi e agli ideali degli artisti di Pont-Aven. Il primo gruppo dei Nabis era composto da Paul Sérusier (1864-1927), Pierre Bonnard (1867-1947), M. Denis, Edouard Vuillard (1868-1940), Ker-Xavier Roussel (1867-19444), Paul Ranson (1864-1909), R. Piot; più tardi si aggiunsero l'olandese J. Werkade, lo svizzero Félix-Édouard Vallotton (1865-1925) e gli scultori Aristide Maillol (1861-1944) e Lacombe. La loro pittura, a colori puri e di estrema semplificazione formale, si alimentò anche degli apporti delle stampe giapponesi, la cui influenza si rivelò soprattutto nell'attività grafica svolta dai Nabis per scenografie, manifesti, paraventi e decorazioni varie per il teatro d'Arte. La loro importanza va considerata nella sostanza e nella qualità degli ideali estetici, nella rivalutazione dell'artigianato e soprattutto nel contributo che l'apporto delle singole personalità diede all'art nouveau.

 

Edvard Munch

Il norvegese Edvard Munch (Löten 1863 - Ekely, Oslo, 1944) esordì con dipinti di intima e delicata espressività (Ritratto della sorella Inger, Il fanciullo malato, Oslo, Nasjonal Galeriet). Nel 1885 compì un primo soggiorno a Parigi, dove ritornò nel 1889, scoprendovi Gauguin, ma anche i pittori nabis, poi Seurat e Van Gogh. Il periodo più importante dell'attività di Munch è compreso nel decennio 1892-1902, nel corso del quale l'artista definì e rivelò la sua ricerca poetica e le qualità del suo linguaggio pittorico, che si arricchì degli apporti del simbolismo in un'interpretazione di intensa drammaticità, secondo i modi che divennero propri dell'espressionismo tedesco. L'amore, la morte e più tardi la vita furono i temi pressanti di tutta la sua pittura. Tra le sue opere: Sera, via Karl Johan a Oslo (1892, Bergen, collezione Rasmus-Meyer); L'urlo (1893, Oslo, Nasjonal Gallariet); Madonna, Angoscia (Oslo, Museo Munch); il Fregio della vita (1899-1900).