La pittura italiana alla fine dell'Ottocento

Italiani a Parigi

Tra il 1867 e il 1871 i tre pittori italiani De Nittis, Boldini e Zandomeneghi si trasferirono a Parigi, capitale delle esperienze artistiche ottocentesche, fungendo in un certo senso da tramite tra le correnti pittoriche in Italia e quelle in Francia.

Giuseppe De Nittis

Giuseppe de Nittis (Barletta 1846 - Saint Germain-en-Laye 1884) con lo scultore fiorentino Adriano Cecioni e i napoletani Marco De Gregorio (1829-76) e Federico Rossano (1835-1912) radunò nella cosiddetta "Scuola di Resina" (altro nome di Ercolano) un gruppo di pittori che solevano riunirsi sulle pendici del Vesuvio per lavorare secondo un programma di rinnovamento della pittura basato sullo studio dal vero, l'abbandono alle impressioni dirette della natura e lo stile fondato sui rapporti di tono dei colori anziché sul disegno chiaroscurato. Dal 1872 si trasferì definitivamente a Parigi, dove dipinse scene di vita parigina, cogliendo gli aspetti particolari dell'elegante società mondana e fu vicino al gruppo degli impressionisti, con i quali espose nel 1874.

Giovanni Boldini

Giovanni Boldini (Ferrara 1842 - Parigi 1931) studiò a Firenze e aderì per un certo tempo alla tecnica dei macchiaioli (Ritratto del pittore Abbati, Buenos Aires, collezione H. Bracaras). Nel 1871 si stabilì definitivamente a Parigi. Divenuto il pittore alla moda del bel mondo parigino, dipinse inconfondibili ritratti femminili, dove le immagini si assomigliano tutte e sottintendono una sottile ironia con smaglianti effetti di colore, resi guizzanti da una pennellata energica, spedita, vitale. Tra le sue opere si ricordano Ritratto di Giuseppe Verdi in cilindro (1886, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna), Notturno a Montmartre (1883, Ferrara, Museo Boldini); Robert de Montesquiou (1897, Parigi, Musée d'Orsay) e Ritratto di Mademoiselle Lanthelme (1907, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna).

Federico Zandomeneghi

Federico Zandomeneghi (Venezia 1841 - Parigi 1917) si formò a Firenze nell'ambiente dei macchiaioli. In seguito si indirizzò verso argomenti di carattere sociale, dipingendo quadri come Gli spazzini di campo San Rocco (1869) e I poveri sui gradini del convento dell'Aracoeli in Roma (1872; Milano, Questura centrale). Dal 1874 risiedette a Parigi, dove si accostò agli impressionisti e in particolare a Renoir e a Degas. Questo avvicinamento lo portò a schiarire la sua tavolozza e a cercare nuove tematiche per i suoi quadri, ispirati a scene di vita parigina (Le Moulin de la Galette, 1878; Sul divano, 1895 ca, entrambi a Milano, collezione privata). Non mancarono inoltre nella sua opera alcuni tentativi di accostamento alla pittura divisionista (Signora al balcone, Milano, 1880 ca, collezione privata).