L'arte bizantina

Il complesso delle manifestazioni artistiche della civiltà bizantina, nata dalla fusione nell'Impero d'Oriente tra Stato romano e cristianesimo dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 d.C.), rappresenta una continuità della tradizione romana.

A partire dal sec. VIII alla struttura basilicale iniziò ad affiancarsi il nuovo tipo di chiesa a croce greca (o croce iscritta) nella cui architettura venivano a fondersi i due schemi sostanziali della basilica e del martyrium. Tale fusio-
ne si realizzò in fasi successive, testimoniate per esempio (sec. VIII) dalla cattedrale di Salonicco e dalla chiesa di S. Irene a Costantinopoli.

 

L'età di Giustiniano

Il regno di Giustiniano (527-565) vide fiorire la prima età d'oro dell'architettura bizantina. Nell'architettura delle chiese lo sviluppo della struttura a volta, progressivamente sostituì la primitiva struttura ipostila. Il monumento più significativo di questo periodo è S. Sofia di Costantinopoli (532-537). Nel sec. VI anche in edifici italiani si rispecchiarono i tipi bizantini: a Ravenna, S. Apollinare in Classe è una basilica a tre navate, mentre S. Vitale ha struttura accentrata ottagonale con nicchie semicircolari. In epoca giustinianea comparve anche l'iconostasi, il muro divisorio adorno poi di icone che separava il luogo in cui si svolgeva il culto (presbiterio) dalla navata.

La scultura ornamentale è esemplificata attraverso i capitelli, con decorazioni figurate (Museo archeologico di Istanbul), i pulvini (cioè gli elementi a forma di tronco di piramide rovesciata, inseriti tra il capitello e l'arco sovrastante) delle chiese di S. Vitale a Ravenna, dei SS. Sergio e Bacco e di S. Sofia a Costantinopoli, e le transenne a traforo, per esempio quella di S. Vitale (Museo di S. Vitale), opere in cui sono usati con maestria il bassorilievo, l'intaglio e il traforo.

 

Il mosaico fino al VII secolo

Il particolare carattere dell'arte bizantina è meglio afferrabile nel mosaico. Nel periodo tra i secc. V-VII i principali cicli musivi si trovano a Salonicco e a Ravenna. Dei mosaici di Costantinopoli è pervenuto solo un frammento proveniente dal peristilio del grande palazzo imperiale (probabilmente del tempo di Giustiniano). A Salonicco, nei mosaici della chiesa di S. Giorgio (fine sec. IV) le figure austere e statiche indicano il nuovo gusto astrattizzante.

I mosaici di Ravenna sono da considerarsi di una scuola indipendente, legata alla tradizione paleocristiana italica esemplificata dai mosaici del mausoleo di Galla Placidia,
ove nella cupola viene rappresentata un cielo con fondo blu e preziose stelle dorate con una croce d’oro nel punto più alto e i simboli degli evangelisti ai lati, mentre sulle altre superfici compaiono uomini, animali e decorazioni astratte; molto importante è pure il ciclo rimasto nella tribuna e nell’abside di S.Vitale, che tratta il profondo significato della
messa come continua rappresentazione del sacrificio di Cristo e come partecipanti, autorità terrene vengono raffigurati l’imperatore Giustiniano e la sua sposa Teodora, segno che il potere della chiesa è ormai strettamente legato a quello imperiale.

 

L'oreficeria

La tecnica predominante dell'oreficeria bizantina sembrava essere quella dello smalto cloisonné, in cui pietre preziose e paste vitree, come almandine e granate, sono incastonate entro lamine d'oro con effetto finale di un disegno geometrico astratto, simile al reticolato delle celle di un alveare.

Intorno al Mille, distaccandosi dalle forme naturalistiche, la decorazione si avvale soprattutto del colore (sontuosi calici d'oro e pietre dure del tesoro di S. Marco a Venezia). La massima espressione dell'oreficeria è la pala d'oro di S. Marco. Più tarda la produzione in filigrana in forme classicheggianti.