Il contributo dell'Italia

L'Italia occupa una posizione particolare nel contesto del gotico europeo, infatti la forte tradizione romanica, la varietà degli apporti regionali e la persistenza di un'innata tendenza al classico, fecero sì che si sviluppasse un linguaggio nuovo che viene inserito nel flusso spirituale dell'arte gotica pur superandolo.

In architettura non si riscontrano corrispettivi del gotico francese se non nelle chiese dell'ordine cistercense, poiché, anche dove furono usati specifici elementi strutturali, le proporzioni dell'insieme, il ridotto verticalismo, la chiarezza organizzativa rivelano una ben diversa disposizione mentale. Con l'affermarsi dei Comuni, tutte le città italiane si dotarono di un palazzo pubblico, a blocco compatto con torre o nella forma del "broletto", con portico al pianterreno, ma fu soprattutto l'intera forma urbana che cambiò, dando luogo a una fisionomia tipica talora sopravvissuta nei secoli (es. S. Gimignano).

In scultura la scelta classicista fu cosciente e precoce: dai maestri della corte "romana" e imperiale di Federico II di Svevia alla scuola dei toscani, da Nicola Pisano , ad Arnolfo di Cambio, ad Andrea Pisano, e tra questi spiccò decisamente la figura di Giovanni Pisano.

In pittura, dove si ebbe il trionfo assoluto dell'affresco, dalla fine del ´200 e per tutto il ´300 si elaborò un linguaggio nazionale che assunse accenti diversi nelle varie scuole regionali.

 

La Basilica di S. Francesco ad Assisi

La Basilica di S. Francesco costituisce il primo grande esempio di architettura gotica prettamente italiana. Il progetto si articola in due chiese sovrapposte: la chiesa inferiore, iniziata nel 1228, è a una navata con campate e volte a crociera, due transetti e un'abside semicircolare; le cappelle sono più tarde, della fine del secolo; la chiesa superiore, compiuta nel 1253, ha una sola navata con transetto sporgente e abside poligonale.

S. Francesco conserva il più importante complesso di affreschi della pittura italiana dalla metà del Duecento al terzo decennio del Trecento. Le pareti della navata nella chiesa superiore recano affreschi di scuola romana (ca 1280) nel registro superiore e la Leggenda di S. Francesco di Giotto in quello inferiore (1298 ca). Il transetto e il coro hanno affreschi gravemente danneggiati di Cimabue , fra cui la Crocifissione.

Nella chiesa inferiore le pareti della navata sono decorate con Storie di S. Francesco del Maestro di S. Francesco (metà sec. XIII), la Maestà della Vergine con S. Francesco di Cimabue, il ciclo di affreschi di P. Lorenzetti con la Crocifissione e la Deposizione dalla Croce; nella cappella di S. Martino sono affreschi con Storie di S. Martino di S. Martini.

 

Le chiese di Firenze

Il duomo della città fu cominciato da Arnolfo di Cambio nel 1296 e proseguito per tutto il sec. XIV secondo il progetto originario, compiuto poi nel 1420-34 da F. Brunelleschi con la celebre cupola. Si presenta con un impianto a tre navate con transetto, presbiterio e cappelle radiali. In particolare queste ultime, assieme ai costoloni e agli archi a sesto acuto, sono gli elementi più rappresentativi dell'architettura gotica.

La chiesa di S. Croce dei francescani, ricostruita probabilmente da Arnolfo di Cambio , presenta tre navate divise da pilastri ottagonali. Le cappelle terminali sono affrescate con cicli trecenteschi di eccezionale importanza, tra cui quelli di Giotto, Maso di Banco, B. Daddi, T. Gaddi, Giovanni da Milano.