Giorgione

Giorgio da Castelfranco, detto Giorgione (Castelfranco Veneto 1477/78 - Venezia 1510), nell'arco di un decennio attuò un modo di "far pittura" rivoluzionario nello stile e nei contenuti ponendo le basi della pittura cinquecentesca veneziana e influenzando anche artisti posteriori.

Le prime opere, l'Adorazione dei pastori (Washington, National Gallery), la pala di Castelfranco (1505), il ritratto di Laura (1506), si svincolano dall'impostazione spaziale quattrocentesca per istituire un nuovo rapporto fra le figure e la natura, realizzato nella pittura "di tono": il colore, cioè, diventa l'elemento costruttivo della composizione, cogliendo direttamente "le cose vive e naturali... senza far disegno", come comprese il Vasari. Nel 1508 eseguì gli affreschi della facciata del Fondaco dei Tedeschi sul Canal Grande, di cui resta un frammento con Giovane ignuda (1508).

Intorno al 1506-11 sono datate anche le opere fondamentali: Venere dormiente (1508-10); Concerto campestre (1510 ca), La tempesta (1506 ca) e I tre filosofi (1508 ca). Di queste ultime due (a carattere misterioso) rimangono ancora irrisolti i temi che l'artista volle trattare. Delle opere attribuite o attribuibili a Giorgione, una ventina in tutto, si ricordano ancora: Cristo portacroce (Venezia, S. Rocco); il Giovane con la freccia (Vienna, Kunsthistorisches Museum); Tramonto (Londra, collezione privata); Ritratto virile (1508 ca, S. Diego, California, Fine Arts Gallery).